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Quando sta bene e gioca Franck Ribery è ancora oggi un fuoriclasse e il leader tecnico della Fiorentina. E qui siamo già ad un primo equivoco, perché il francese compirà 38 anni tra un mese e mezzo e di fatto la società viola su di lui ha basato un'intera stagione. Su di lui e non molto altro, considerata la posizione di classifica della Fiorentina e il tutto sa già di azzardo, considerata appunto l'anagrafe e i fisiologici problemini fisici del classe '83. In questa stagione Ribery ha saltato appena quattro partite (domani la quinta), stringendo però i denti in tante altre situazioni e penalizzando così il suo rendimento. Con l'Inter ci aveva provato fino all'ultimo, per poi rinunciare in vista di questo trittico fondamentale con Samp, Spezia e Udinese: il primo dei tre appuntamenti però è già andato in fumo e anche qui si cercherà di limitare i danni in vista della prossima sfida.

Oltretutto su Ribery occorre fare anche una considerazione di tipo tattico, perché la Fiorentina di oggi non "osa" utilizzare le due punte ma si rifà sempre al Ribery+Vlahovic o tuttalpiù all'Eysseric+Vlahovic. Di fatto c'è una Ribery-dipendenza, perché è comprensibilmente la squadra ad adattarsi a lui e non lui a rappresentare quel valore aggiunto in più che sarebbe normale immaginare. A giugno il suo contratto scadrà e sul piatto della bilancia ci andranno inevitabilmente i 4 milioni netti a stagione e il rendimento di Le Roy, fin qui autore di 1 gol e 4 assist e da qui partirà la riflessione: varrà la pena di scommettere ancora su Ribery?


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