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Seppur col brivido, seppur meno comodamente di quanto ci si potesse aspettare, la Fiorentina ha eliminato il Celje conquistando la terza semifinale consecutiva di Conference League. Dopo il Basilea nel 2023 e il Club Brugge nel 2024, l'asticella s'alza vertiginosamente per la squadra viola, che dovrà vedersela nel doppio confronto con il Real Betis.

L'avversario più illustre degli ultimi tre anni

Non che le precedenti semifinali siano state delle passeggiate, anzi. La rimonta di Basilea è forse il ricordo più bello dell'era Commisso, e anche con il Brugge servirono un gol in extremis di Nzola all'andata e un rigore di Beltran al ritorno per accedere alla finale. Ciò che cambia, però, è il valore intrinseco dell'avversaria: il Betis, fosse solo perché si tratta d'un club spagnolo, è probabilmente (al pari del West Ham) l'avversario più illustre che la Fiorentina abbia incontrato in tre anni di Conference League. Lo dice la storia, lo dice un allenatore - Manuel Pellegrini - con una carriera straordinaria alla spalle.

Una sfida da Europa vera

La squadra di Palladino parte sfavorita? Assolutamente no. Però qualcosa, tra il primo e l'otto maggio, cambierà tangibilmente. Non ci sarà più, come accaduto finora, quella sensazione secondo cui in un modo o nell'altro la Fiorentina segnerà. Quel retropensiero che dai, ora la rimettiamo a posto, non si può mica uscire col Celje (o col Panathinaikos, o col Viktoria Plzen, o col Maccabi Haifa, o col Sivasspor…). No, stavolta la Fiorentina dovrà giocarsela dal primo all'ultimo minuto dimostrando sul campo d'essere superiore e di meritare la finale. Stavolta davanti c'è un avversario vero, uno di quelli da Europa che conta: quantomeno, finalmente, una partita più affine alla storia (e speriamo anche al futuro) della Fiorentina. 


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