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Nella storia recente della Fiorentina uno dei problemi che più hanno fatto discutere Firenze è stato quello della cronica mancanza di un terzino destro di valore. Se a sinistra si sono alternati prima Pasqual, poi Alonso e infine Biraghi, sulla fascia opposta se ne sono viste di cotte e di crude senza mai trovare il profilo giusto. Per trovare l'ultimo interprete degno di nota dobbiamo tornare all'epopea di Prandelli, che adattò Tomas Ujfalusi da terzino con risultati davvero ottimi.

Dall'addio di Ufo nell'estate del 2008, non sono più sbarcati in riva all'Arno profili in grado di fare la differenza. Sotto la guida del tecnico di Orzinuovi arrivarono Comotto e Zauri: onesti mestieranti, soprattutto il primo, ma niente di più. Dopodiché, nel biennio Mihajlovic-Delio Rossi, fu la volta di De Silvestri e Cassani: per entrambi le aspettative erano alte, motivo per cui la delusione per la loro mancata consacrazione fu altrettanto alta.

Arriviamo così al 2012, l'anno dell'arrivo di Tomovic alla Fiorentina: il serbo è probabilmente l'esempio lampante del professionista esemplare, adattato da centrale a terzino senza grandi risultati. Al fianco dell'ex Lecce si sono alternati, con risultati ancora una volta altalenanti, Roncaglia, Richards, Rosi, Salcedo e Diks. Senza dimenticarsi di Piccini, cresciuto nel settore giovanile viola e ceduto senza troppi rimpianti all'epoca. Nelle ultime stagioni i colpi sono stati Laurini e Bruno Gaspar, con Pioli e Montella che alla fine sono stati costretti ad adattare Milenkovic sulla fascia.

Per tutti questi motivi, l'acquisto di Pol Lirola arriva come una manna dal cielo per la Fiorentina: giovane, veloce e tecnico, lo spagnolo ha tutto per far innamorare Firenze di se. Due gol e sette assist nell'ultima stagione, numeri che giustificano l'investimento complessivo di Pradè da quindici milioni di euro. La maledizione del terzino destro potrebbe esser stata finalmente scacciata: al campo il verdetto finale. 


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