Ma quali equilibri intoccabili: l'aggiunta di competitività non può che giovare alla Fiorentina. A patto che gennaio non sia un déjà vu
Il timore che aleggia più o meno timidamente sopra la Fiorentina è un po' quello di chi ha in mano un giocattolo delicato, dagli ingranaggi oliati ma quasi dipendenti da un equilibrio perfetto e troppo facile da perdere. Come se l'attuale gruppo possa funzionare solo in quanto tale e con tali congiunzioni astrali. E allora, dispiace quasi pensare di turbare Kean, protagonista assoluto e unico interprete del ruolo, prendendogli un vice. O magari stuzzicare qualche esterno o qualche centrale difensivo con nuovi innesti (Valentini è già sicuro tra l'altro).
La realtà dello sport professionistico però dice altro: una maggior competitività giova alla squadra e ai singoli, si migliora confrontandosi con i migliori e non ristagnando nel proprio status. E' chiaro che mercati di gennaio come se ne son visti negli ultimi anni non aggiungerebbero nulla al gruppo di Palladino ma è semmai su questo che andrebbe discusso, non sull'opportunità o meno di ‘incrinare’ questi fantomatici equilibri intoccabili. Una mentalità anche piuttosto perdente.
Se è vero che la fortuna aiuta gli audaci, non sarà certo l'acquisto di una pedina utile (non necessariamente costosa) la causa di un eventuale calo o peggioramento. Sempre meglio, nel peggiore dei casi, fallire un obiettivo provandoci al massimo delle proprie possibilità che rimanere col rammarico dell'intentato.