LA MENTAL COACH a FN: "La Fiorentina ha una 'scatola' nello spogliatoio, dove ripescare i suoi valori. Ma il distacco da Pioli doveva essere diverso"
Nella Rubrica in Rosa di questa settimana, visto il momento delicato che sta attraversando la squadra di Montella, ed un atto finale che dirà molto di quello che sarà il futuro della società viola, Fiorentinanews.com ha contattato la Mental Coach Alessandra Monasta per capire come poter affrontare un match così importante, per la salvezza, per mantenere la categoria.
Innanzitutto, chi è Alessandra Monasta e come si è avvicinata alla professione di Mental Coach?
"Lo sviluppo della mia carriera professionale viaggia su un doppio binario. Sono un Consulente Fonico Forense, specializzata nell’ascolto e studio della voce come mezzo espressivo delle emozioni. Ho sempre lavorato in un ambiente prevalentemente maschile consapevole di poter essere un valore aggiunto. Credo che la formazione e lo sviluppo delle proprie competenze siano fondamentali per una crescita personale e lavorativa. E’ stata la passione verso le persone e l’incontro con un leader della Serie A del mondo del Calcio che mi hanno portato verso una formazione ancora più specifica. Dalla nostra collaborazione nasce il Metodo R.I.G.O.R.E. uno strumento in continua evoluzione creato per lo sviluppo e il potenziamento delle proprie risorse che favoriscono un efficace equilibrio fra la vita privata e la vita professionale".
Oggi la figura del Mental Coach è diventata fondamentale per la vita di un giocatore, è così?
"Io mi definisco più un Life/Sport Coach. Il termine Mental Coaching nasce per definire un’area di appartenenza, poiché l’allenamento si suddivide in Tecnica, Tattica, Fisica e Mentale. La performance Mentale, include una performance Emotiva e Relazionale. E’ sempre più importante per un giocatore conoscere e potenziare se stesso, ed è fondamentale scegliere con cura il professionista che ti affianca, che sia formato, competente, lavori in team con altri colleghi, che sappia affiancare il suo lavoro a quello dello staff Tecnico rispettando il ruolo dell’Allenatore. Al centro di tutto questo c’è l’uomo con i suoi valori, le sue emozioni, la sua storia personale. Lo sviluppo del potenziale è molto di più che un puro allenamento mentale, l’obiettivo diviene il benessere della persona/professionista".
Siamo a Firenze, lei è fiorentina e domani si gioca una gara per la salvezza con il Genoa: su cosa devono lavorare i giocatori?
"Immaginiamo che riuniti tutti insieme nello spogliatoio abbiano una grande scatola da aprire, di quelle piene di oggetti importanti che per conservarli si appoggiano in soffitta. C’è qualcosa di prezioso che è stato messo in quella scatola in soffitta: adesso è il momento di tirarlo fuori e valorizzarlo. Alzando il coperchio possono ritrovare i loro VALORI, l’amore, la passione, il senso di appartenenza, gli stimoli, la grinta che li ha tenuti uniti e forti per affrontare il grande dolore della morte di Davide. Dentro questa scatola ci sono le immagini di tutti i campi di calcio che si sono uniti tutti in un unico abbraccio per sostenersi in un momento che ha toccato ognuno di noi. La partita Fiorentina-Benevento l’ho vissuta dall’interno preparando alcuni professionisti. In questa grande scatola ci sono le note musicali, il ricordo del silenzio sugli spalti di uno Stadio in apnea, la pioggia che ha bagnato visi pieni di lacrime, giocatori disperati ma con un’incredibile energia, coesione, condivisione, rispetto. La voglia di dare qualcosa anche per qualcuno che non c’è più. Se si guarderanno negli occhi, davvero, senza filtri, con autenticità, riusciranno a far leva su tutti quei valori che gli ha trasmesso Davide e che hanno continuato a coltivare e alimentare per tanti mesi. Lo sentiranno di nuovo con loro e questa partita sarà diversa dalle altre…".
La Fiorentina non dovrà giocare solo la sua partita ma guardare anche al risultato delle altre, questo fattore può giocare brutti scherzi?
"Sarà una partita difficile, ogni elemento può aumentare la tensione del singolo e quindi cambiare il ritmo del gioco della squadra. Devono riuscire ad ancorarsi bene fra di loro, scegliere dove focalizzarsi e mantenere l’attenzione solo su quello, anche se intorno c’è la tempesta".
Il distacco da Pioli, ex tecnico della Fiorentina, può aver inciso sulle ultime prestazioni?
"Gli elementi che determinano il risultato di una prestazione sono molti e il calcio mi ha insegnato che c’è un fattore X importante: è il fattore umano. Il percorso fatto da Pioli con la squadra in questo anno non è stato solo di tipo sportivo e lavorativo, ma è stata una tappa di vita che li ha cambiati e uniti. C’è sempre un momento in cui si deve chiudere un ciclo e aprirne uno nuovo, ma andava fatto in un altro modo e con un saluto tutto diverso. Nella loro scatola dei ricordi possono ritrovare anche lui, sono certa che se staranno in ascolto, troveranno anche lui accanto a loro".
Il clima negativo che si vive in città quanto può pesare realmente nella testa di un giocatore?
"La città di Firenze ha un tifo caldo e coinvolgente, ha sempre sostenuto la sua squadra e la storia ci racconta di tante vittorie e tante sconfitte in questi anni. Domenica possono essere un ingrediente prezioso per alleggerire i ragazzi e attivarli. I pesi non servono a nessuno in questa fase. Rallentano emotivamente e fisicamente…".
Vincere aiuta a vincere, cosa pensa di questa frase?
"Mi viene da rispondere con una frase di Aristotele: “IL TUTTO E’ MAGGIORE DELLA SOMMA DELLE PARTI”. La squadra è molto più dell’insieme dei singoli giocatori…".