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Francesca Fioretti e quel dolore che non si supera mai. La perdita per il suo compagno di vita, Davide Astori che ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore della show girl e di tutti i tifosi della Fiorentina e non solo. Francesca e Davide, una coppia amante dei viaggi e della loro bimba, Vittoria. Per raccontare il suo dolore ma soprattutto l'amore per Davide, Francesca ha scritto un libro (in uscita il 6 maggio, “Io sono più amore”).

“Alleviare il dolore di Vittoria è stata la mia priorità. L’ho portata nella stessa scuola fino alla fine dell’anno scolastico, volevo che crescesse nella normalità, anche se la condizione era tragica. Non ho modificato le sue abitudini, che sarebbero poi cambiate perché non avrebbe più visto il padre”, ha raccontato Francesca al settimanale Grazia“Se fossi stata da sola forse sarei volata in India, chissà. Da un lato, forse, sarebbe stato più semplice. Ma da un altro lato sarebbe stata più dura, perché Vittoria è un motivo di vita. Il mio forte istinto materno mi ha resa più determinata a fare le cose bene per lei. Ho imparato a pensare prima a me che a mia figlia. In terapia insegnano che se la mamma è felice anche il figlio potrà esserlo. Altrimenti è dura per entrambi. All’inizio, quando al parco incontravo un papà con il figlio, temevo che Vittoria percepisse quell’assenza. La terapeuta mi ha spiegato che i bambini così piccoli non capiscono il dolore come gli adulti, siamo noi a rifletterlo su di loro. E a condizionarli”.

Francesca si è riscoperta una mamma diversa: “Ero più apprensiva prima. Oggi voglio che mia figlia sia libera e indipendente perché ho capito che non possiamo decidere tutto della nostra vita: a mezzanotte scrivevo un messaggio al mio compagno e alle 9 del mattino non c’era più. Quando mi chiede: ‘Dov’è il mio papà?’, le dico di pensare a un posto bello, il più bello per lei. L’altro giorno mi ha risposto: ‘Il mare’. E io le ho detto che allora lui si trova lì. Anche se poi è sempre qui con noi”

Francesca e Davide avevano un salvadanaio dove custodivano bigliettini contenenti i loro desideri, senza confessarseli. Ecco cosa scriveva Davide a proposito del destino: “Non l’ho mai cercato, non l’ho mai sperato, ma non ho potuto evitarlo”.

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