Esterno, bomber, trascinatore: l'estate cruciale di Distefano, sperando che non abbia perso troppo tempo in Primavera
La questione del mondo Primavera e dello scalino che troppe volte si dimostra difficile da salire per tanti giovani promettenti è questione attualissima nel calcio italiano. Non a caso si è riformato più volte negli ultimi anni, cercando di rendere più elitario, e dunque competitivo, il livello, creando campionati su categorie diverse e aumentando il numero di prodotti di casa. Alla Fiorentina, tolti Chiesa e Vlahovic che salirono tra i grandi senza bisogno di prestiti, in tanti hanno seguito il proprio percorso più o meno tortuoso: da Bernardeschi a Castrovilli, passando per Venuti e Ranieri.
Nella rosa di oggi ci sono due casi emblematici: da una parte Bianco, confermato ma senza essere realmente lanciato da Italiano in prima squadra, dall'altra Distefano che con la Primavera ormai ha poco a che fare e che ha respirato un pizzico d'aria di prima squadra. Sono un 2002 e un 2003, dunque 21 e 20 anni: età in cui nel calcio di oggi i fuoriclasse fanno magari già la differenza ma anche in cui molto coetanei giocano regolarmente tra i pro.
Ieri Distefano ha letteralmente ripreso per i capelli la Fiorentina di Aquilani, trascinandola in semifinale scudetto e confermandosi bomber e leader dei suoi. Giusto decantarne le lodi ma inutile continuare a farlo in eterno dentro la bolla di un calcio giovanile che non rende l'idea di cosa potrà essere del talentino di Camaiore. In estate la decisione cruciale, verosimilmente per stabilire dove giocherà in prestito.