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Kean esulta con i tifosi viola. Foto: Vicario/Fiorentinanews.com
Kean esulta con i tifosi viola. Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Stasera, alle 21, il Franchi tornerà a pensare solo al calcio dopo gli attimi di terrore vissuti domenica: va in scena il derby mediceo tra Fiorentina ed Empoli, valido per gli ottavi di finale di Coppa Italia. Competizione che la Fiorentina conosce molto bene, avendola vinta 6 volte (quarta squadra a pari merito col Napoli per vittorie), ma che manca nel palmares viola da ben 24 anni. Coppa Italia che peraltro rappresenta anche la terza competizione stagionale della Fiorentina, andandosi ad inserire in un calendario già estremamente congestionato.

Con Italiano in panchina, la Fiorentina ha flirtato da molto vicino con la vittoria della Coppa Italia: alla sua prima stagione si dovette arrendere in semifinale, ai danni della Juventus; nella seconda stagione, quella tristemente famosa per le due finali perse, fu l'Inter a negare la gioia ai viola nell'ultimo atto della competizione; infine, anche l'anno scorso il cammino della Fiorentina si fermò in semifinale, stavolta ai danni dell'Atalanta. Dunque, tre anni di “top 4”, sintomo che per la Fiorentina questa è una competizione che conta tanto quanto, se non più, della Conference League. 

Tuttavia, quest'anno la Fiorentina sta dimostrando di poter dire la sua in un campionato estremamente serrato: al contempo, ha anche dimostrato che le seconde linee mostrano un divario importante coi titolari, visti gli scivoloni come contro l'Apoel. Dunque, pensare di poter mantenere un ritmo competitivo su ben tre fronti potrebbe essere un'utopia. C'è però una considerazione da fare: sia la Coppa Italia che la Conference League condividono lo stesso premio per la vittoria finale, ossia l'accesso all'Europa League. La Conference è però ben più dispendiosa a livello di energie e di trasferte, seppur mantenga il fascino di una competizione europea.

Assunto che l'obiettivo primario della Fiorentina sia il piazzamento in campionato, su cosa conviene puntare quindi? Sulla Coppa Italia che ha degli avversari più tosti, ma meno partite, o sulla Conference che, a fronte di avversari più abbordabili, impegna più partite in un calendario già ben fitto? A partire dal risultato di stasera avremo un quadro generale più chiaro.


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