Palladino, Pradè e Pablo Marì: tutti contenti e soddisfatti. Chissà se la Fiorentina avesse calciato in porta o addirittura vinto...

Tra le leggi non scritte del calcio c'è anche quella di non dire (quasi) mai la verità o di non esporre troppo i propri reali pensieri, anche se in questa stagione più di una volta sono uscite frasi neanche troppo da interpretare, ai vari protagonisti. Il post gara di Napoli però è stata la sublimazione del calcese, o almeno ci auguriamo sia così considerata l'astrazione dalla realtà nelle parole dei vari Palladino, Pradè o Pablo Marì.
Ufficialmente è trapelata una gran soddisfazione per una sconfitta alla fine “onorevole”, per la presunta giusta strada imboccata, per una “squadra che c'è”, addirittura con qualche puntina di rammarico per una sponda di Gosens e una svirgolata di Ndour. Frasi neanche di circostanza, ma direttamente estratte da una realtà parallela.
La Fiorentina è stata a lungo graziata dal Napoli, che poteva chiudere con un punteggio ben più alto e non ha mai spaventato Meret dopo il gol di Gudmundsson. Per un campionato che sta scivolando via dalle mani, resta una Conference che rischia di essere l'ultimo appiglio della stagione: se soddisfazione ed entusiasmo abbondavano già ieri, chissà se dovesse arrivare una vittoria giovedì.