Il "mercato spezzatino" che non serve alla Fiorentina: ora Pradè deve cominciare a osare
Che cosa c’è stato di sbagliato negli ultimi mercati della Fiorentina? Sicuramente alcuni acquisti completamente "toppati", come quelli di Pedro e Boateng. Ed altri che hanno deluso le aspettative, almeno finora, come Pulgar e Duncan. Ma forse il motivo del mancato decollo della Fiorentina è da ritrovare al modus operandi del suo direttore sportivo. Nonostante il budget messo a disposizione da Commisso, infatti, Daniele Pradè ha agito “alla vecchia maniera” comprando giocatori teoricamente buoni, ma con ancora tutto da dimostrare. Sia chiaro, non che alla prima finestra di mercato della nuova proprietà potessero arrivare dieci Ribery. Ma sicuramente uno sforzo economico maggiore, per uno dei top player di cui tanto si è vociferato, poteva essere fatto. In ogni caso, con questa stagione ormai “persa” (con la speranza che la Fiorentina si salvi senza apprensioni), è doveroso guardare alla prossima per non commettere gli stessi errori. Difficile che la squadra viola riesca a fare il tanto agognato salto di qualità se la campagna acquisti viene fatta “a spezzoni”. Spieghiamoci meglio: se in ogni finestra di mercato arriva un grande giocatore e cinque mediocri, si rischia di non arrivare mai all’obiettivo sperato. Occorrerebbe invece fare una campagna acquisti completa, magari anche prendendosi dei rischi dal punto di vista economico, ma che permetta di vedere risultati immediati e duraturi. Cosa che peraltro Pradè ha già fatto in passato, ad esempio nel 2012 quando la squadra fu ricostruita praticamente da zero. E con i vari Gonzalo Rodriguez, Borja Valero e Pizarro, uniti ad alcuni innesti nei mercati successivi, la Fiorentina è andata avanti tre anni. Il rischio è una componente necessaria quando si fanno degli investimenti, l’unico modo per ottenere dei risultati. Può andare bene, come in quel 2012/13 o anche negli anni della Champions di Prandelli. Oppure può andare male, come nello sfortunato caso di Mario Gomez e Pepito Rossi. Ma se non si corrono dei rischi la strada rimarrà sempre quella della mediocrità. Esattamente ciò che Rocco Commisso e i tifosi della Fiorentina non vogliono più.