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Si avvicina Fiorentina-Juventus, una partita dal sapore “speciale” in quel di Firenze e, in generale, per tutti i tifosi di fede viola. Per parlare della sfida, ma non solo, Fiorentinanews.com ha interpellato il giornalista di LA7 e tifoso gigliato Luca Speciale: “Fiorentina-Juventus è una sfida che ho sempre vissuto con grande trasporto - ci dice - E' la partita delle partite, anche se questa definizione si porta dietro un concetto un po' provinciale del nostro atteggiamento. Poi, però, ci si accorge veramente che questa sfida è diversa dalle altre, perché al di là di come arriva la Fiorentina alla partita c'è sempre un qualcosa in più che spesso carica la squadra e che sfugge al periodo di forma dei giocatori"

Il suo ricordo più bello e quello più brutto legato alle partite contro i bianconeri? 

“Tra i più belli c'è sicuramente il 3-3 con gol di Antognoni di testa e doppietta di Bertoni, che veniva da un periodo burrascoso per la sua condotta fuori dal campo. Poi venne rimesso in sesto per quel match, nel quale doveva far vedere tutto il suo apporto alla squadra. Ne fece due, ma sul 3-2 viola arrivò l'autogol di Contratto. Una partita spettacolare, ma io uscii con una rabbia pazzesca per il pareggio. L'altro ricordo si lega a un 8 dicembre degli anni '90, in un 1-0 viola siglato da Batistuta. Io ho condotto Stadium in una condizione… Vorrei rivedere il nastro, guarda. In studio non si riusciva a parlare, sembrava di essere allo stadio, erano tutti euforici. E poi ovviamente, più di recente, la testa mi rimanda al ribaltone firmato Pepito Rossi. Di ricordi brutti, invece, ho sicuramente il 5-0 in casa dei bianconeri che fece veramente male. Io ero a cena a casa di alcune persone a Roma e accesi la TV nella stanza accanto. Facevo avanti e indietro. Alla fine mi trovarono chino con il piatto in mano, sconsolato”

Parliamo un po' di presente. Secondo quanto ha visto in questo inizio di campionato, secondo lei dove può arrivare la Fiorentina quest'anno? 

“Ho sempre sostenuto che la squadra sia migliore di quella dello scorso anno, perché seppur non perfetta, la trovo migliorata in alcune alternative. Poi ovviamente al doppio infortunio Dodo-Kayode difficilmente trovi rimedio adatto. Credo e credevo molto in questo terzo anno di Italiano, da tempo a Firenze non si vedeva un ciclo così. Il limite però è spesso mentale e in campo si vede. Ci sono dei cali, delle disattenzioni come quelle a Roma che fanno la differenza. Le due finali perse dell'anno scorso a volte sembra non abbiano fatto scuola. Serve essere concentrati 97 minuti e questo bisogna calcolarlo. Spesso abbiamo visto quanto contano i finali delle partite, con la stanchezza in corpo e tutto il resto. La Juventus contro l'Hellas ha vinto al 95', noi a Roma abbiamo perso al 95'. Non ritengo grave la sconfitta contro la Lazio, quanto sfortunata. La mano di Milenkovic è un errore, però per me è più grave chi ha perso il pallone sulla rimessa laterale. All'Olimpico la Fiorentina mi è piaciuta come approccio. Grave per me è la sconfitta contro l'Empoli, così come il pareggio contro il Lecce. Perché contro i toscani non sei mai stato in partita, ma contro i pugliesi eri in vantaggio. Quindi la Fiorentina può migliorare la posizione in campionato dello scorso anno, ma diminuendo i passaggi a vuoto. Questi punti persi alla fine faranno la differenza. Quando la Fiorentina capirà che a volte l'avversario peggiore è se stessa, allora migliorerà. Le altre squadre sono meno pericolose. Poi non dimentichiamoci il numero di partite giocate con le coppe". 

A proposito di coppe, lei punterebbe sulla Conference League? 

“Io non amo questa coppa. Reputo buona e importante l'esperienza, ma anche a livello di ricavi per la società non muove molto. La Conference ti può togliere più di cosa ti può dare. Questa competizione può togliere alla Fiorentina il necessario per inserirsi in un posto per la Champions, trofeo che può rappresentare un buon volano anche a livello economico se si trova continuità. Per me la formula della Conference è surreale: partecipi a una competizione con le settime e le ottave di ogni campionato e poi ti trovi la squadra che scende dall'Europa League che ha mancato la Champions di un punto. Come successe a noi in Europa League quando incontrammo, e andò bene, il Tottenham. Per me non è logico. A volte è più un premio di consolazione per chi esce dalle competizioni superiori, magari anche per dare un aggiustatina al loro bilancio. Con questo, non è che io voglio uscire dalla coppa, ma per me competizioni così allargate sono controproducenti. Mi sarei tolto volentieri la soddisfazione di vincerla lo scorso anno, ma poi devi fare il passo avanti". 

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