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Chissà se qualcuno avrà dormito stanotte. Chissà se Morfeo avrà avuto la meglio sulla delusione, sul dolore, sul rammarico di una finale persa così. La seconda per la Fiorentina in questa stagione, ma totalmente diversa rispetto a quella con l’Inter. Perché stavolta, è inutile negarlo, l’avversaria era tutt’altro che superiore. Molti hanno definito il West Ham l’anticalcio, e in effetti l’atteggiamento adottato dagli inglesi si sposa bene con questa parola.

Poi però, provando a ragionare in maniera lucida, ci si accorge che hanno fatto la cosa più intelligente di tutte: sfruttare i punti deboli della Fiorentina. Sul fronte offensivo la squadra di Italiano ha durato fatica a trovare spazi tra le serrate linee avversarie, mentre sul fronte difensivo… beh, nulla di nuovo. Distrazione generale sulla rimessa laterale (come con il Lech Poznan al ritorno) che ha causato il rigore, imbucata facile facile sul gol del 2-1. Tutti errori recidivi, dettagli mai curati di cui il West Ham è solo l'ultima squadra in ordine di tempo ad aver approfittato.

Comunque al netto dell’analisi tecnica, che forse a questo punto lascia anche il tempo che trova, ciò che rimane sono ancora una volta le lacrime. E no, stavolta non ci bastano gli slogan, i “grazie comunque”, i vari “abbiamo vinto semplicemente a essere noi” e simili. Firenze lo sa da sola di essere straordinaria, e i giocatori dalla loro gente hanno ricevuto tutto e di più. Adesso, magari ancora per qualche giorno, abbiamo il diritto di elaborare il dolore sportivo. Dopodiché, finalmente, si potrà guardare al futuro, sperando che la società lavori per renderlo ancora migliore. Perché da questa ennesima stagione senza coppe, il modo di non uscire a mani vuote esiste eccome.

Dopo aver riagguantato il pareggio la Fiorentina prende gol al 90' e il West Ham vince la Conference League
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