Due vittorie e un pareggio per la nuova, ma anche vecchia, Fiorentina: ecco il vantaggio di ripartire insieme. Italiano ha un gioco dispendioso e per questo non ha paura di far giocare tutti
Due vittorie e un pareggio, anche se tanto passerà dalla partita di ritorno di domani. Se dovesse andar bene, l’inizio di stagione della Fiorentina sarà stato ottimo. Tre partite nelle quali si sono viste luci e ombre, ma dove ancora una volta è emerso il lavoro di Italiano, lo spessore del gruppo, le qualità tecniche di giocatori che hanno ancora grandi margini di miglioramento. Non sappiamo se la Fiorentina è più forte di quella dello scorso anno, la sensazione è che per esserlo a trecentosessanta gradi occorrerà ancora una piccola spinta.
Che arriverà con l’arrivo di Barak e, magari, non solo. C’è da aggiungere qualità in mezzo al campo, lo si è visto anche ad Empoli dove nel momento decisivo della gara occorreva maggiore spessore tecnico. Però è ingiusto parlare di una squadra molle, poco cattiva. A Empoli la Fiorentina ci ha provato con poca fortuna. Il caldo, la giornata ‘no’ degli attaccanti, l’inevitabile pensiero alla gara di ritorno di Conference. Italiano dovrà riuscire a migliorare il gioco offensivo, compito che aveva già lo scorso anno (aiutato nella prima parte dalla valanga di gol di Vlahovic), e che quest’anno con Jovic e Cabral dovrà essere perfezionato. Tanto passerà dalle loro reti. Calciatori diversi, attaccanti diversi, che per motivi diversi devono ancora integrarsi bene in questa nuova Fiorentina.
I viola sono ancora un cantiere aperto, ma hanno il grande vantaggio di conoscersi bene, di arrivare da una stagione ottima, con lo stesso tecnico e con gli stressi principi di gioco. Anche nelle partite difficili e delicate, questo lo si vede bene. Cambiare nove giocatori su undici e giocare sempre allo stesso modo, con la stessa idea, è segno di un grande lavoro. Al di là degli interpreti. Perché il gioco di Italiano è dispendioso. Per questo se la Fiorentina dovesse superare il turno giovedì, potrebbe arrivare un rinforzo in più. Avere la rosa larga potrebbe essere un grande vantaggio e l’allenatore è stato chiaro: non ha paura nel gestirla, non andrà in difficoltà. Preferisce avere abbondanza, preferisce poter scegliere e magari trovare anche in calciatori meno pubblicizzati risorse importanti.
La maglia da titolare a Kouame, quella a Terzic, quella a Benassi, sono dimostrazioni chiare di come in questa squadra tutti siano fondamentali. Adesso deve crescere la condizione, il gioco, il peso specifico degli attaccanti. Che, è vero, ancora non sembrano in grandissimo spolvero, ma è altrettanto vero che vengono serviti davvero con il contagocce.
Che arriverà con l’arrivo di Barak e, magari, non solo. C’è da aggiungere qualità in mezzo al campo, lo si è visto anche ad Empoli dove nel momento decisivo della gara occorreva maggiore spessore tecnico. Però è ingiusto parlare di una squadra molle, poco cattiva. A Empoli la Fiorentina ci ha provato con poca fortuna. Il caldo, la giornata ‘no’ degli attaccanti, l’inevitabile pensiero alla gara di ritorno di Conference. Italiano dovrà riuscire a migliorare il gioco offensivo, compito che aveva già lo scorso anno (aiutato nella prima parte dalla valanga di gol di Vlahovic), e che quest’anno con Jovic e Cabral dovrà essere perfezionato. Tanto passerà dalle loro reti. Calciatori diversi, attaccanti diversi, che per motivi diversi devono ancora integrarsi bene in questa nuova Fiorentina.
I viola sono ancora un cantiere aperto, ma hanno il grande vantaggio di conoscersi bene, di arrivare da una stagione ottima, con lo stesso tecnico e con gli stressi principi di gioco. Anche nelle partite difficili e delicate, questo lo si vede bene. Cambiare nove giocatori su undici e giocare sempre allo stesso modo, con la stessa idea, è segno di un grande lavoro. Al di là degli interpreti. Perché il gioco di Italiano è dispendioso. Per questo se la Fiorentina dovesse superare il turno giovedì, potrebbe arrivare un rinforzo in più. Avere la rosa larga potrebbe essere un grande vantaggio e l’allenatore è stato chiaro: non ha paura nel gestirla, non andrà in difficoltà. Preferisce avere abbondanza, preferisce poter scegliere e magari trovare anche in calciatori meno pubblicizzati risorse importanti.
La maglia da titolare a Kouame, quella a Terzic, quella a Benassi, sono dimostrazioni chiare di come in questa squadra tutti siano fondamentali. Adesso deve crescere la condizione, il gioco, il peso specifico degli attaccanti. Che, è vero, ancora non sembrano in grandissimo spolvero, ma è altrettanto vero che vengono serviti davvero con il contagocce.
💬 Commenti