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"Ci siamo guardati negli occhi e abbiamo scelto Sofyan", con queste parole il ds Pradè un anno fa spiegava le ragioni alla base delle rinuncia al riscatto di Torreira, a vantaggio del marocchino, calciatore completamente diverso, nonché riserva dell'ex Arsenal a parità di salute fisica. Una scelta di rottura, in tutti i sensi, e soprattutto condivisa. Una scelta non corroborata da rinnovo contrattuale e che poi lo stesso Amrabat ha rischiato di vanificare dopo appena 6 mesi, con quella voglia di Barcellona (alla faccia della scelta progettuale) poi svanita. Una scelta talmente condivisa che Italiano era ripartito da lui come perno del centrocampo a 3, prima di spostarsi camaleonticamente verso una mediana a due, più congeniale al classe '96.

Fatto sta che dopo una stagione, scandita da un gran Mondiale e da prove più o meno determinanti, il percorso della "scelta Amrabat" è già giunto al termine. Importante e assolutamente prioritario dopotutto, quasi obbligatorio, era tutelare l'investimento fatto per lui a gennaio 2020, per non disperdere untermine del percorso. E' di nuovo ora di regia per Italiano?a delle poche fonti di plusvalenza in rosa (sperando che poi sia così e che l'offerta 'monstre' arrivi davvero). Poco importa se per fare ciò c'era da cambiare del tutto volto alla squadra e forzare un calciatore in un ruolo non suo. Ed eccoci a ripartire da capo, come ormai d'abitudine, stavolta però puntando forse più in direzione della regia: da qui gli identikit di Maxime Lopez e Hjulmand. Nel segno della discontinuità ma sperando che stavolta almeno prevalga l'interesse tecnico.

 

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