Chi ha fatto gli ululati contro Dalbert? La ricostruzione dei fatti tra scuse tardive e un Gasperini senza self control
Nel post Atalanta-Fiorentina non si è parlato solo di calcio giocato, ma anche di quello fischiato. Principalmente di quei fischi urlati verso Dalbert durante la prima frazione di gioco. Ma se l'episodio poteva placarsi unendosi contro il razzismo, ci ha pensato lo stesso allenatore dell’Atalanta, Gian Piero Gasperini a surriscaldare gli animi dicendo che, anche a Firenze, succede quanto visto ieri sera.
Ma tralasciando le parole vomitate dall’allenatore dell’Atalanta che, ogni qualvolta vede viola, ha problemi di self control, la questione è un’altra. Cosa è successo realmente al Tardini?
Sul profilo facebook di Minuto Settantotto, pagina legata al mondo del tifo popolare, gli autori scrivono di essere in contatto con membri della Curva Nord atalantina e che, da quella curva non è mai partito alcun coro.
Le immagini parlano chiaro, il giocatore della Fiorentina Dalbert si gira dietro e zittisce la curva sopra il suo compagno portiere, Dragowski. Quello è il settore della Curva Sud, quello occupato dai Forever, gruppo da sempre schierato politicamente a sinistra e che, a detta di molti sotto il post: "Conoscendo chi va in Sud, mi sembra strano siano stati loro" oppure: "Sono abbonato in Sud ma so che nessuno si permetterebbe di fare buu"
Per questo, su Minuto Settantotto, si parla di cori provenienti dalle tribune ovvero da quei settori non popolari come le curve, ovvero le tribune. La zona dove inizia il tutto, farebbe pensare a dei cori provenienti dalla Tribuna Ovest.
Ma di ieri, oltre al pareggio, restano anche i fischi del pubblico nei confronti dello speaker al momento dell’annuncio fonico sui cori razzisti. Perché, se davvero la Nord non vuole il razzismo in curva, sono partiti i fischi? Per diletto?
Troppe cose non tornano, mentre l’unica cosa certa è che l'Atalanta si è schierata contro il razzismo solo in questo pomeriggio. Potevano farlo prima? Sicuramente sì. Intanto però un gesto è stato fatto e questo basta perchè c'è da andare avanti uniti nella battaglia contro la discriminazione.