Nemmeno il tempo di vederlo in campo per la prima volta che la Fiorentina ha già il nuovo rigorista? Gonzalez diventa subito un lontano ricordo se c'è un Gudmundsson così
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Che Albert Gudmundsson fosse un abile rigorista non lo si scopre certo dopo la doppietta contro la Lazio. Ma che fosse in grado di incidere così repentinamente… beh, chapeau, Albert. Ma se il primo penalty l'ex Genoa se lo è preso e calciato, giustamente, per il secondo, Kean ha avuto qualcosa di dire.
Kean ci aveva provato
Nessuna polemica, né loro né nostra, sia chiaro, ma è fare cronaca raccontare che Kean abbia chiesto a Gudmundsson il pallone per il secondo rigore. Un breve e sereno dialogo che ha visto la conferma del pallone nelle mani, e poi nei piedi, dell'islandese. Alla fine, tutti felici e contenti, ma questa è una scena che purtroppo ci ricordiamo bene poiché vista spesso la scorsa stagione.
Con Italiano era sempre un “patire”
Quanti rigori ha sbagliato la Fiorentina (Ikone in Supercoppa, Bonaventura nel KO a Reggio Emilia, Gonzalez contro l'Inter) prima di ritrovare un po' di tranquillità dal dischetto con il gol di Beltran a Bruges? Se Nico era il rigorista designato, Italiano aveva insignito Beltran come successore. Ma Palladino non vede quasi per niente l'attaccante argentino. Gudmundsson, tuttavia, è molto convinto di sé e lo dimostrano anche due episodi della passata stagione.
Non era una ‘prima volta’ per Gudmundsson
Prima a Salerno e poi contro il Monza a Marassi, Mateo Retegui era andato a chiedere esplicitamente il pallone a Gudmundsson. Tuttavia, in nessuna delle due occasioni, l'islandese aveva lasciato il pallone. Risultato? Due gol su due rigori. Parte dei 13 segnati in tutto lo scorso campionato. Insomma, la Fiorentina e Palladino, che ha tanti dubbi, possono dormir sogni tranquilli: il rigorista adesso c'è di nuovo e porta sempre la maglia numero ‘10’. Come tradizione comanda.
