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Con il passaggio al 4-2-3-1, il modo di interpretare calcio di Vincenzo Italiano è solo minimante cambiato. Dal precedente modulo, oltre al posizionamento di due mediani davanti alla difesa, un ruolo soltanto è stato aggiunto. Il trequartista.

Un cambiamento indispensabile per una rosa che vanta almeno tre elementi validi in quella posizione. Ci stiamo riferendo a: Bonaventura, l’attuale interprete, Ikoné, che ama decisamente accentrarsi, e ovviamente anche a Barak, preso in estate proprio per occupare quella porzione di campo. Il classe ’94 è il profilo ideale per spaziare nel ruolo che a Verona lo ha eletto fra i migliori assistman della Serie A.

Inizialmente, Italiano lo aveva impiegato in continuazione, sostituendolo a Maleh una volta arrivato nel 4-3-3 di retaggio 2021-22. Poi, quando si è accorto che Antonin non poteva stare così “basso”, ha preferito passare al trequartista. Scegliendo, a quel punto, Bonaventura. Così Barak è diventato una riserva ed è stato impiegato per la fase a gironi di Conference, nella quale ha messo a segno tre reti (e un assist) in cinque giornate. In campionato, invece, ha dovuto aspettare l’ultimissima occasione del 2022 per sbloccarsi: a San Siro, contro il Milan, ma solo a causa del forfait dell’ultimo minuto del titolare di ruolo.

La Fiorentina lo ha prelevato dal club di Setti con un prestito con diritto di riscatto fissato a 14 milioni – bonus compresi – ma con una speciale clausola: al raggiungimento del 55% delle presenze (con almeno 45’ di gioco), si passa all’obbligo di riscatto. Attualmente, quella percentuale è assicurata, ma basta poco per far sì che si rientri nel campo dell’opzione volontaria. A proposito di volontà, quella della società viola non è stata ancora svelata, nemmeno al calciatore, che quindi dovrà dimostrare di meritarsi un tale investimento.

Intanto Barak continua il suo percorso di apprendimento degli schemi offensivi di Italiano, un ostacolo che si era prepotentemente frapposto anche agli Ikoné e Cabral. Altri giocatori, ma pur sempre attaccanti che hanno non poco faticato prima di entrare in quei meccanismi. La seconda parte di stagione sarà un bel banco di prova per il ceco: convincere società e allenatore a puntare su di lui per il futuro (vista anche l’età del suo “rivale” con la maglietta numero 5) oppure accontentarsi di ciò che verrà e lasciare che sia il destino a decidere al posto suo. Trequartista del domani o comparsa dell’oggi?


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