​​

La stagione della Fiorentina è appena cominciata, eppure è già un momento cruciale per il futuro viola. Giovedì è il giorno della trasferta in Olanda, al De Grolsch Veste di Enschede, dove ad attendere i ragazzi di Italiano c’è il Twente, uscito sconfitto dal Franchi per 2-1 nel round d’andata. Jans ha promesso un inferno dantesco, il tecnico viola lo ha ringraziato per il prezioso avvertimento. In ogni caso, non c’è molto da aggiungere: che venga reputata “partita della vita” o meno, il ritorno dei play-off di Conference League è un match attesissimo e pesantissimo. Perché l’Europa mancava da oltre cinque anni, non può essere già arrivato il momento di salutarla nuovamente.

Intanto, cosa si evince dalle prime tre partite stagionali? Pregi e difetti, com’è normale che sia. E molti già li conoscevamo; d’altronde, è sempre il metodo Italiano. La Fiorentina vuole aggredire la partita fin dalle prime battute. E lo fa, con pressing asfissiante e alta intensità. Nei primi 45 minuti, si esaltano tutte le qualità del collettivo, come la seconda frazione ne mette maggiormente in luce i limiti. La dinamicità della manovra offensiva si offusca pian piano, soprattutto in situazione di vantaggio, e la squadra comincia a diventare prevedibile. Ancora troppe disattenzioni nei passaggi e poca lucidità.

Il bilancio non dà come risultato una rosa impeccabile, ma è tutt’altro che una tragedia. Non è ancora tempo di processi o giudizi definitivi, che sarebbero solo affrettati, come non è più periodo di preparazione alla stagione. Perché sì, secondo il calendario è calcio d’agosto, ma la stagione è iniziata prima per tutti. La Fiorentina deve prendere coscienza delle proprie qualità e debolezze, insieme alla consapevolezza di affacciarsi a un impegno che può radicalmente cambiare il futuro della squadra e dell’intero club, nel breve e nel lungo periodo.

Visto l’ottimo approccio alla partita (almeno nei primi due impegni al Franchi), la Viola deve entrare nell’ottica di provare a mettere sotto il Twente fin da subito. Giocare le proprie carte nel miglior modo possibile: così si può uscire dal tanto decantato inferno di Enschede, una curiosa interpretazione a opera di Jans. Dato che anche gli olandesi viaggiano ad alti ritmi, vanno presi subito d’assalto. L’andata è un ottimo esempio, con la prima rete arrivata dopo un solo giro di lancetta. Provare a ripetersi e a non fermarsi mai, finché non finisce la benzina, per conquistarsi il definitivo ritorno in Europa.


💬 Commenti