Quando il “difendere bene, attaccare benissimo” non basta, resta una sola cosa da fare: scendere in campo a Basilea per segnare il più possibile
Sembrerà assurdo, ma se la Fiorentina avesse osato di più giovedì scorso, quindi non si fosse accontentata del solo 1-0, a quest’ora staremmo parlando di tutta un’altra gara di ritorno. E invece i Viola contro il Basilea parevano essersi seduti sugli allori una volta ottenuto il gol del vantaggio. Stanchezza o sazietà che fosse, quella tattica è valsa una beffarda rimonta degli avversari, una volta accortisi che ai padroni di casa stava bene anche così.
Perché se è vero che i cambi di Italiano sono stati rivolti in ottica offensiva, va pur constatato che la squadra non ha di certo impensierito Hitz una volta subita la rete del pari. Anzi, scoprendo la difesa, la modesta, ma seppur scaltra, formazione di Vogel è riuscita a sbancare il Franchi con il minimo sforzo.
E adesso? Quale tattica va messa in atto per ribaltare le sorti della permanenza in Conference League? Beh, la risposta non è poi così difficile. Adesso è il momento di attaccare. Ma per davvero. Mai come questa volta il mantra di Vincenzo Italiano (“difendere bene, attaccare benissimo”) dovrà essere applicato alla regola. Non curandosi minimamente del parziale di partenza. D’altronde, una frittata è già stata fatta e la Fiorentina non ha altro modo di accedere alla finale di Praga se non quello di segnare più reti che può al Sankt Jakob-Park.
E dato che la retroguardia gigliata è già stata bucata due volte dagli svizzeri, non avrebbe senso focalizzarsi sulla fase difensiva. Quello che, invece, è stato per parecchie settimane il fiore all’occhiello della banda di Italiano, cioè l’attacco, dovrà cercare di stappare, preferibilmente già nel primo tempo, un match che sicuramente vedrà i rossoblù fare le barricate. A Basilea, allora, con un solo pensiero in testa: andare in avanscoperta per bucare quel reparto che solo pochi giorni fa ne ha presi 6 (!) dal temibile San Gallo.