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Nel suo pezzo per la rubrica Rock & Gol su La Nazione, Benedetto Ferrara parla delle difficoltà con l'infermeria di Palladino, proiettato però anche sulla sfida di lusso con il Betis:

"Bravo Raffaele. Hai vinto senza Kean, il nostro santo Graal. Come un bambino che impara ad andare in bicicletta col babbo che ti toglie le rotelle che ti facevano pedalare sicuro di te. La sua mano ancora ti regge la bici per il sellino. Vai un po’ a zig zag però sai che tutto andrà bene perché quella mano è la tua certezza. Solo che non hai ancora imparato ad andare in bicicletta. E così, all’improvviso, la mano se ne va e tu scopri che puoi farcela. La Fiorentina a Cagliari ha scoperto di potercela fare. Anche senza Kean, anche senza la sua certezza, quella che ti guidava sulla strada, che faceva sentire in equilibrio, sicuro. 

E poi? Poi ripensi alla tua infanzia e scopri che devi dimostrare di saper andare anche senza mani sul manubrio. Dodô, il ragazzo col sorriso, quello felice di giocare a pallone, è fuori anche lui. 

Poi col Betis ce la giochiamo. Bella città, Siviglia. Ricordi non all’altezza. Ma quello era un altro avversario e un altro stadio. Invece il Betis ci fa tornare in mente altro. E chi se lo può dimenticare Gioacchino, funambolo andaluso coprotagonista del ribaltone del 20 ottobre 2013. Simpatico, educato, fantasioso. Gran giocatore Joaquin, eterno ragazzo che ha legato la sua vita alla maglia del Betis regalando una breve parentesi anche a noi. Storie di calcio. E di passione".

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