Un anno fa c'era il turnover, quasi ossessivo, fatto di rotazioni vorticose per affrontare al meglio il primo play-off europeo della storia recente della Fiorentina; Vincenzo Italiano alternò ben 22 giocatori nelle prime tre gare ufficiali, cambiandone ben 6 tra la prima di campionato e l'andata con il Twente e addirittura 9 per la seconda giornata ad Empoli. Con Igor nella sfida di ritorno, alla quarta ufficiale divennero 23, praticamente l'intera rosa, compreso Benassi che poi fu lasciato fuori lista, ebbe modo di giocare dal primo minuto. La Fiorentina faticava a trovare la via del gol e la fisionomia definitiva, a lungo inseguita per il resto della stagione.

Annata nuova e abitudine nuova però, perché in questa estate Italiano ha sorpreso un po' tutti: intanto tra prima di A e andata play-off ha cambiato il solo Dodô, salvo lasciarsi 6 cambi per il Lecce, per tornare poi alla formazione della prima giornata (con eccezione del solo Kouame) per la gara di ritorno con il Rapid. 

Undici confermato quasi per intero anche ieri a Milano (Christensen e Beltran le novità) dove in diversi erano in debito d'ossigeno e visibilmente svuotati. Errore ammesso anche dal tecnico nel post gara. Da un eccesso all'altro insomma, con un equilibrio ancora da trovare tra due tendenze opposte, in pieno stile Italiano.

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