Benedetto Ferrara: "Pradè è diventato il poliziotto cattivo, ora si lavora duro ma prima no? Soliti misteri: tra un fantasista che vaga per il campo e un centrale costato un botto e mai visto"
Nel suo pezzo per la rubrica Rock & Gol su La Nazione, Benedetto Ferrara fa il punto sul momento della Fiorentina, tra campo e mercato:
"Gli ultimi risultati fanno piangere, a Monza il punto più basso. Poi ci sono le parole forti del diesse, che nel gioco delle parti è diventato il poliziotto cattivo. Squadra sotto accusa. Se qualcuno ha mal di pancia lo dica. E la cura, a occhio, non sono i fermenti lattici ma una immediata cessione. Poi c’è il lavoro, parola abusata in caso di buio. Lo soffia il tecnico, lo urla Pradè: da oggi si lavora duro. Domanda: perché prima no?
L’impressione è che la mutazione genetica non sia stata gestita un granché bene un po’ da tutti. La vecchia guardia saluta il Viola Park, a parte Biraghi, in attesa di offerte. L’ex capitano però è fuori rosa: c’è ma è come se non ci fosse e viceversa. Tutto normale? Mah. Momentaccio, insomma. Coi soliti misteri irrisolti: un fantasista islandese che vaga per il campo con lo sguardo di un bimbo che si è perso chissà dove, un difensore croato costato un botto e mai visto in campo, un allenatore che fa cose, monta e smonta moduli, lancia un giovane difensore argentino titolare contro la prima in classifica esponendolo a una figura non proprio esaltante. E la società fa mercato: per un Folorunsho già in gruppo, c’è un Luiz Enrique che rischia di diventare il nostro Berardi del Sud America. Speriamo bene".