Nicoletti a FN: "Una società ha bisogno di anni per imparare, così ha fatto Commisso. La guerra non era costruttiva, mentre l'apertura al Comune ha una sua logica. Una stagione fuori Firenze..."
Il procuratore e intermediario Costantino Nicoletti ha parlato a Fiorentinanews.com analizzando l’operato del presidente della Fiorentina Rocco Commisso.
Nell’ultimo mese, il presidente Commisso è rimasto a Firenze. Come le è sembrato nel suo ritorno in Italia? Ha effettivamente cambiato atteggiamento e metodo operativo?
“La sua presenza non l’ha mai fatta mancare, gli va riconosciuto. Ci auguriamo che possa risolvere i suoi problemi di salute quanto prima. In generale, io sono dell’idea che una società nuova abbia bisogno di quattro-cinque anni per capire come funziona il giochino. E così è stato, sono stati commessi degli errori dettati proprio dall’inesperienza. La fase di guerra contro tutto e contro tutti non è stata assolutamente costruttiva, perché le guerre generano feriti e morti. Oggi gli atteggiamenti, invece, sono ben più propositivi: c’è la volontà di dialogare con istituzioni, media, tifosi, con tutte le componenti del carrozzone chiamato calcio”.
“All’interno della Fiorentina adesso ci sono ruoli ben definiti, sappiamo chi si occupa di cosa e ognuno si prende le proprie responsabilità nel proprio ambito. Prima c’era un solo e unico parafulmine, nel bene e nel male, con le tre finali che hanno mascherato alcune criticità. Mentre adesso il club ne guadagna in distribuzione delle competenze, aspetto positivo. La chiarezza mancava a Firenze. Società forte corrisponde a squadra forte e si stanno cominciando a vedere le basi di una società di calcio. E anche i risultati, a patto di qualche punto lasciato per strada con le squadre piccole, dimostrano un percorso un attimino più entusiasmante”.
E l’apertura più netta della Fiorentina, ultimamente, è quella verso il Comune di Firenze sulla questione stadio. Quali vantaggi ne trae il club?
“Ha una sua logica, ovvio. Poter ottenere una concessione lunga, come successo a Torino e a Bergamo, permette anche all’azienda di avere un asset in più nel suo portafoglio. E Commisso è molto sensibile in merito. Tale concessione può solo portare profitti e ricavi, a maggior ragione perché la Fiorentina non si accolla l’intero costo della realizzazione. L’altra apertura significativa è l’ipotesi di valutare per una stagione di giocare a Empoli e a Reggio Emilia. Crei sicuramente un disservizio ai tifosi, ma ti ritrovi il vantaggio di finire i lavori molto prima e ne guadagni successivamente. Ci stanno sicuramente lavorando. Si potrebbe ipotizzare Empoli per il campionato e Reggio Emilia per le competizioni europee. Io avrei valutato, inoltre, di posizionare il settore ospiti tra Maratona e Curva Fiesole. C’è tanta vicinanza tra le due tifoserie e la Fiorentina ha perso un bel pezzo di curva per il pubblico”.
Domanda secca: Palladino sì o no?
“Palladino va accompagnato per mano. Ha maturato un’esperienza risicata, con diciotto mesi in Serie A, ma è un grande lavoratore. E ha la fortuna di avere al suo fianco un direttore come Pradè, con venticinque anni di curriculum nella categoria, e un ottimo uomo come Goretti. Si deve fare accompagnare da loro”.