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Spesso si dice che "chi più spende, meno spende" ma rimanendo nel semplicistico potremmo dire piuttosto che chi "meglio spende... meglio spende", nel senso che poi non importa svenarsi come lo sceicco di turno ma è sufficiente farlo con razionalità, seguendo un piano tecnico e tattico. Cioè ciò che principalmente manca alla Fiorentina di Rocco Commisso. L'estate scorsa gli alibi erano molteplici ma dopo un'estate a provare il 4-3-3, negli ultimi giorni ci si inventò un improbabile scambio tra Biraghi e Dalbert. Risultato? 4-3-3 inapplicabile e via al 3-5-2 "delle meraviglie", senza punti di riferimento, in pratica senza attacco.

Da lì la conferma prolungata di Montella fino a Natale, i rimpiazzi in emergenza del mercato di gennaio per soddisfare il 3-5-2 proseguito da Iachini, i pasticci Pedro e Agudelo, giovani su cui si era deciso di scommettere cifre sopra i 10 milioni di euro salvo rimangiarsi tutto dopo pochissimi mesi. Poi di nuovo l'estate, uno Iachini confermato contro pronostico (e anche contro a qualche dirigente) e una rosa allestita per un modulo non ben definito, di certo non il maledetto 3-5-2 in ogni caso. Un bomber vero che non arriva, Chiesa che va senza (per ora) un reinvestimento, parametri zero alla Callejon che arrivano in extremis nonostante siano liberi da tempo (salvo poi lamentare giustamente una condizione non ideale).

Eppure Rocco Commisso ha tuonato di recente: "Scordatevi che spenda 50 milioni tutti gli anni", memore del facoltoso mercato di gennaio. Legittimo, per carità, ma ciò che sta accadendo ora in casa Fiorentina è anche peggio: la rosa si sta intristendo e probabilmente anche svalutando. Come si esce dal tunnel? Intanto affidandosi a persone di calcio, che esaltino e non sviliscano il materiale a disposizione. Non vuole "buttare altri soldi" il patron? Giusto, peccato che ostinandosi su scelte poco comprensibili e ancor meno calcistiche sta trovando il modo giusto per farlo.

 


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