La settimana dei ballottaggi. Non solo il dilemma Cabral-Jovic: Italiano è costretto a scegliere anche in mezzo al campo, tra equilibrio e coraggio
Una settimana a Fiorentina-West Ham. L’attesa è ancora (relativamente) lunga, ma tutte le attenzioni della Viola vertono logicamente sulla finale di Conference League, uno degli appuntamenti più importanti della recente storia gigliata. Italiano, in questo finale di stagione, deve fare i conti con numerosi ballottaggi in vista di Praga.
Già noti i dubbi amletici per quanto riguarda la punta: la concorrenza tra Cabral e Jovic non è mai stata così agguerrita… e il serbo attraversa il momento giusto per tentare un controsorpasso nelle gerarchie. Anche al centro della difesa non mancano le alternative, con Ranieri e Igor che si giocano il posto a discapito di un Martinez Quarta deludente in finale di Coppa Italia.
Ma c’è di più: anche a centrocampo, il tecnico viola ha poca pace. Due nomi su tre sembrano abbastanza chiari: Sofyan Amrabat e Jack Bonaventura, salvo sorprese, sono irremovibili nell’undici di partenza del prossimo 7 giugno. La sfida è tutta tra Rolando Mandragora e Gaetano Castrovilli. Al mister il compito di scegliere, contro centrocampisti tosti fisicamente come Rice e Soucek, se confermare la corsa e la leggerezza del numero 10 (lanciando un segnale molto coraggioso e intraprendente) o se affidarsi all’equilibratore del reparto per eccellenza.
Già noti i dubbi amletici per quanto riguarda la punta: la concorrenza tra Cabral e Jovic non è mai stata così agguerrita… e il serbo attraversa il momento giusto per tentare un controsorpasso nelle gerarchie. Anche al centro della difesa non mancano le alternative, con Ranieri e Igor che si giocano il posto a discapito di un Martinez Quarta deludente in finale di Coppa Italia.
Ma c’è di più: anche a centrocampo, il tecnico viola ha poca pace. Due nomi su tre sembrano abbastanza chiari: Sofyan Amrabat e Jack Bonaventura, salvo sorprese, sono irremovibili nell’undici di partenza del prossimo 7 giugno. La sfida è tutta tra Rolando Mandragora e Gaetano Castrovilli. Al mister il compito di scegliere, contro centrocampisti tosti fisicamente come Rice e Soucek, se confermare la corsa e la leggerezza del numero 10 (lanciando un segnale molto coraggioso e intraprendente) o se affidarsi all’equilibratore del reparto per eccellenza.
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