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Ormai è noto al mondo intero: il centrocampista della Fiorentina Sofyan Amrabat è stato uno dei migliori calciatori dell’ultimo Mondiale. Ha raggiunto la semifinale con il Marocco da assoluto protagonista e, di conseguenza, ha attirato l’attenzione di molti club importanti. C’è, anche, chi sembra spingerlo verso quel destino; il ct della Nazionale marocchina Walid Regragui, che già aveva illustrato al mondo le qualità del numero 34 viola, piomba nuovamente sull’argomento: “Con tutto il rispetto per la Fiorentina, Amrabat deve giocare in un top club, in una delle dieci squadre migliori al mondo”.

Ecco, invece il rispetto per la Fiorentina sembra venire a mancare. Anzi, la prospettiva può essere benissimo ribaltata: con tutto il rispetto per Regragui, Amrabat prenderà da solo le decisioni più consone alla sua carriera e la Fiorentina farà le sue valutazioni senza bisogno di pressioni esterne. Lungi da me contrastare le ambizioni del giocatore, che visti il momento della carriera e la fascia d’età potrebbero tranquillamente desiderare qualcosa di meglio, ma ci penserà lui a scegliere.

Non sta succedendo niente di ‘mai visto prima’ o di anormale: il Mondiale è da sempre il palcoscenico più prestigioso e il teatro che maggiormente ingolfa il valore di mercato dei calciatori, da che mondo è mondo. Ecco, da questa situazione la Fiorentina si trova sì a dover gestire un caso enorme, ma può trarne anche un vantaggio. In questi casi, il rischio di sopravvalutazione di un singolo (per quanto Amrabat sia un calciatore validissimo) è da tenere in conto. Magari, di queste chiacchiere, la società viola non se ne farà nulla e rimarrà convinta di voler trattenere il marocchino a tutti i costi. Chissà. I fatti rimangono due: alla carriera di Amrabat ci penserà Amrabat, alle decisioni della Fiorentina ci penserà la Fiorentina. Senza un Regragui di mezzo.

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