Un undici titolare ancora da definire: il modus operandi di Italiano rischia di non essere adatto alla rosa della Fiorentina
Le scelte di Italiano contro il Venezia hanno fatto discutere, soprattutto alla luce della prestazione opaca della Fiorentina e del risultato finale. Tiene banco principalmente la questione legata ai sudamericani, quei Gonzalez e Torreira lasciati in panchina per far spazio a giocatori non in grado di sostituirli. Ma se vogliamo la questione si può allargare a tutta la squadra, generalizzando sul modus operandi adottato finora da Italiano.
Ci riferiamo, per la precisione, ai continui cambi effettuati dall'allenatore in quella che può considerarsi la spina dorsale della formazione. Se la presenza in porta di Terracciano è obbligata, e certamente non un problema viste le sue ottime prestazioni, lo stesso non si può dire di altri ruoli. Ad esempio quello del centrale difensivo, con Milenkovic che non ha ancora trovato un compagno stabile. Eppure la difesa è un reparto molto particolare, che si regge su delicatissimi equilibri e dove l'intesa è fondamentale. Difficile trovarla, però, se Nastasic, Martinez Quarta e Igor si alternano sistematicamente.
Allargando il discorso al centrocampo, emerge sempre di più la necessità di dare a Torreira uno spazio fisso. Un giocatore del genere, peraltro unico vero regista della rosa, non può non essere un titolare inamovibile in questa Fiorentina. C'è bisogno della sua leadership e della sua tranquillità nel giocare il pallone per dare ritmo alla manovra viola, a Venezia terribilmente lenta e sterile come dimostrano i pochissimi tiri in porta effettuati.
Insomma, per risolvere i problemi Italiano forse dovrebbe partire dalla cosa più semplice: affidarsi ai suoi giocatori migliori, senza badare troppo alla loro condizione fisica. Discorso che, certo, a primo impatto potrebbe suonere assurdo. Se non fosse che un Nico Gonzalez o un Torreira a mezzo servizio sarebbero comunque più utili alla causa dei Callejon e degli Amrabat visti finora.