Nzola ci mette la faccia (nel vero senso della parola), Beltran e un compito ardimentoso da cuori impavidi. Un Arthur lento e prevedibile
Fioccano le azioni da gol tra pali, traverse e azioni che non si concludono in rete per un nonnulla. Quante sono state? Sette? Otto? Dieci? Ad un certo punto ho perso il conto. Però se non arrivava il rigore la Fiorentina sarebbe stata ancora là, stabilmente piazzata nella metà campo del Bruges, a tentare la via del gol che continua ad essere fuori dal proprio navigatore.
Nzola ci mette la faccia
Grazie a Nzola, che ci ha messo la faccia, nel vero senso della parola, e a Beltran, che si è offerto di calciare un rigore difficilissimo sotto il profilo della tenuta nervosa.
Voti e giudizi
Beltran – 8 – Si offre volontario per calciare un rigore, compito ardimentoso da cuori impavidi. La realizzazione è l’abracadabra che apre la porta della finale ad Atene.
Kouame – 7 – Spara un proiettile che scheggia la parte bassa della traversa e rimbalza sulla linea di porta prima di uscire. Schiaccia di testa e colpisce il palo. Generoso e sfortunato.
Biraghi – 5,5 – Tiene in gioco De Cuyper che osserva, senza intervenire, mentre gira in rete il pallone. Sfortunato quando calcia una punizione sull’incrocio dei pali. Poco contributo offensivo.
Arthur – 5 – Lento e prevedibile perde parecchi palloni e raramente trova il suggerimento interessante.
Nzola – 6,5 – Prende una scarpata in faccia ma guadagna il rigore decisivo.
Italiano – 7 – La squadra sbanda nei primi venti minuti, poi prende in mano il gioco o non lo molla più. La sfortuna e la consolidata stitichezza degli attaccanti impedisce una conclusione del duello con i belgi assai prima del fischio finale.
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