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Questo pomeriggio l'ex difensore della Fiorentina Cesare Natali, durante un collegamento con Radio Bruno, ha commentato l'inizio di stagione, e le reali ambizioni, della Fiorentina di Raffaele Palladino. Questo un estratto delle sue parole:

“Ovviamente manca ancora tanto per dire se la Fiorentina può arrivare in Champions League, siamo ancora a Novembre e ci sono ancora troppe partite da giocare. E’ comunque innegabile che la Fiorentina, dopo una partenza balbettante, ad oggi è una delle squadre del campionato con piu entusiasmo e maggiori prospettive future. E’ sicuramente una di quelle Square che potrà giocarsi le sue carte fino alla fine. Cambiando tanti giocatori e l’allenatore ci vuole molta pazienza, e devo dire che a Firenze non ce n’è mai stata tanta, ma credo che in questo momento sia una delle squadre piu in forma. Bisogna riconoscere che è stato fatto un mercato molto intelligente, in simbiosi con un bravo allenatore che ha dimostrato di essere sopra la media. Palladino ha rivisto alcune sue idee iniziali, e la squadra ha iniziato a girare”. 

“Kean ha molti meriti: era quello che mancava alla Fiorentina”

Ha anche aggiunto: “Senza dimenticare Kean: i viola era tanto tempo che cercavano un attaccante da 20 gol a stagione, e uno cosi ti cambia la vita. Ad inizio stagione poteva sembrare una scommessa, ma è comunque un giocatore che gioca da 7/8 anni nelle maggiori serie europee. I meriti della sua stagione sono del giocatore, dell’allenatore ma anche dell’ambiente. Se hai un giocatore che ti fa due gol a partita non puoi precluderti alcun obiettivo”.

"Questa squadra può puntare alla Champions League ma.."

Ha parlato anche del cambio di modulo: “La chiave della svolta che ha avuto la Fiorentina non può essere legata soltanto ad un giocatore. E’ innegabile che nella formazione di una squadra un allenatore debba riuscire a mettere i giocatori nel loro ruolo ideale, diventando una specie di sarto: hai un tessuto e lo devi modificare per quella che è la figura, un vestito non va bene per tutti. E’ vero che i giocatori moderni si adattano a tutto, però ci devono essere soluzioni che permettono al singolo di esprimersi al 100%. Ci sono tanti fattori che hanno influito, ma credo che il cambio di modulo sia uno di questi. Se si trova il modo di star bene in campo, sia a livello tecnico che mentale, si può far bene. Mi auguro per i fiorentini che la squadra possa essere aggrappata ai primi 5/6 posti, anche se ci sono tante squadre in corsa. Saranno dettagli a fare la differenze, ma per quello che ho visto la Fiorentina può mantenersi in alto. Palladino è un tecnico che mi piace, anche se ancora non l’ho mai visto dal vivo”.

“Il cambio di registro in difesa è stato netto, è possibile che qualcuno abbia difficoltà”

Ha poi analizzato anche alcuni aspetti della difesa gigliata: “Il cambio nel modo di difendere, passando a uomo, ha sicuramente dato grandi vantaggi difensivi alla Fiorentina. Ma un difensore che può avere caratteristiche utili al modo di giocare, e mi riferisco a Quarta, lo deve fare all’interno di un gruppo. Se prendi l’argentino e lo porti all’Atalanta, in un gruppo dove con Gasperini giocano in questo modo ormai da 10 anni, magari avrebbe avuto bisogno di meno tempo per adattarsi. Ma se uno come lui passa dal modo di giocare di Italiano ad uno piu ‘gasperiniano’ come Palladino, può succedere che abbia qualche problema ad imporsi, spesso andando in grande difficoltà”. 

“La mia Fiorentina era molto piu forte di quella di adesso”

Ha poi concluso: “Il paragone con la Fiorentina di Prandelli? Quella Fiorentina era molto più forte di questa. Non era una squadra tanto distante da quella di oggi, devo ammettere che alcune similitudini ci sono. I risultati conseguiti finora devono essere la base di partenza per migliorare la squadra, e dare un futuro al ciclo Palladino”.


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