Bove e la lesione che avrebbe messo in mostra la risonanza. "Ci fosse bisogno di un defibrillatore non potrebbe più giocare in Italia"
Il centrocampista della Fiorentina, Edoardo Bove, sta meglio ed è stato trasferito dal reparto di terapia intensiva in quello di cardiologia.
Lesione post Covid
La cinerisonanza magnetica effettuata lunedi scorso sembrerebbe aver messo in rilievo una lesione del ventricolo sinistro. Lesione che parrebbe essere stata presente anche nelle tre risonanze magnetiche alla quali il calciatore si era stato sottoposto dopo aver avuto una miocardite post Covid. Ora toccherà ai test genetici dare un nome alla patologia cardiaca e serviranno da uno a tre mesi per togliere tutti i dubbi.
Le conseguenze
Se i sospetti saranno confermati quali potrebbero essere le conseguenze per il calciatore? In quel caso l'arresto cardiaco sarebbe stato manifestazione di una patologia sottostante ed esporrebbe l'atleta a potenziali recidive nel tempo, di conseguenza ci sarebbe bisogno dell'impianto di un defibrillatore interno.
“Con un defibrillatore non potrebbe giocare in Italia”
“Per le linee guida nazionali di Medicina e cardiologia dello sport gli atleti con defibrillatore non sono idonei all'attivita sportivo-agonistica - spiega a La Nazione, il professor Domenico Corrado, direttore dell'Unità operativa delle Cardiomiopatie genetiche e cardiologia dello sport all Università di Padova - E a livello agonistiche potrebbe favorire recidive che, pur in presenza di defibrillatore, rimarrebbero eventi potenzialmente letali. Inoltre l'attività agonistica potrebbe favorire la progressione della malattia cardiaca struttura le sottostante, specialmente se dovesse trattarsi di una cardio miopatia genetica”.