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La Fiorentina torna a vincere sul campo, ma al di fuori del rettangolo verde il presidente gigliato Rocco Commisso gioca, ormai da mesi, un’altra importante partita, quella avente come obiettivo un nuovo stadio per la sua Fiorentina. Restyling o meno, in merito alla questione stadio, la redazione di Fiorentinanews.com ha intervistato Paolo Marcheschi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. 

Il progetto sulla ristrutturazione del Franchi è stato presentato a Roma dal comune di Firenze e dalla Fiorentina. È fiducioso che l’opzione restyling abbia un epilogo positivo? 

“Mi auguro che con il cosiddetto emendamento “sblocca-stadi” si possa attuare un restyling che riesca a salvaguardare gli aspetti architettonici del Franchi. Al di là del bello, del funzionale e tutti i discorsi connessi, in Italia bisogna adeguarsi alla legge che tutela questi beni. Non a caso nel nostro paese conserviamo belle arti; grazie al lavoro della Sovrintendenza ancora oggi Firenze vanta chiese e monumenti dal grande valore storico e artistico. L’America, sotto questo punto di vista, è tutto un altro mondo. Detto questo, mi auguro che si trovi una soluzione a Campo di Marte, anche perché abbandonare il Franchi sarebbe una sconfitta per Firenze, oltre al fatto che il Comune dovrebbe comunque farsi carico delle spese per la manutenzione della struttura, con cifre che si aggirano intorno al milione di euro annui. Per adesso la Fiorentina mi sembra insoddisfatta, ma purtroppo in Italia per dare il via a progetti simili serve pazienza”. 

Come valuta Commisso e le sue ultime dichiarazioni? Fare la voce grossa con le istituzioni è la strada giusta per smuovere le acque? 

“Commisso da quando è arrivato ha risvegliato l’entusiasmo e l’empatia del popolo viola, ricordando un po’ Cecchi Gori. Alcuni sue uscite, seppur apprezzabili dal punto di vista del tifoso, possono diventare nocive per la Fiorentina. Ha fatto la voce grossa con l’amministrazione, si è messo contro la classe arbitrale dopo la partita dello scorso anno contro la Juventus. Spesso condivido la sostanza delle sue uscite, lo dicevamo anche di Cecchi Gori e sappiamo come è andata a finire. Mettendosi contro tutti la sua Fiorentina finì in Serie B. Commisso dunque deve stare attento, perché l’Italia non è l’America, il calcio italiano ha le sue logiche, che seppur contorte, devono essere rispettate”. 

Se l’opzione restyling venisse scartata e la Fiorentina migrasse verso Campi Bisenzio, sarebbe un fallimento per il sindaco Nardella non esser riuscito a trattenere la Fiorentina a Firenze? 

“Chiaramente sarebbe una sconfitta per Firenze e per il sindaco Nardella. A mio avviso però, il primo cittadino fiorentino parte già sconfitto, perché l’opzione che lui ha sempre portato avanti era quella della Mercafir, prima coi Della Valle e successivamente con Commisso. Il restyling del Franchi è diventato un’opzione solo dopo che entrambi gli hanno sbattuto la porta in faccia. Lo stadio a Campi Bisenzio sarebbe un fallimento per lui, visto e considerato che già il centro sportivo viola sorgerà a Bagno a Ripoli. A mio parere si sarebbe potuto costruire la cittadella viola tutta a Campo di Marte; c’erano tutti i volumi e le condizioni necessarie per farlo”. 

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