C'è chi gli dava del pazzo scatenato, del talento bruciato e ora si indigna se si prende gli applausi degli ex tifosi. Per Kean parlano i 15 gol stagionali, il resto è rumore di sottofondo
Fino a ieri Moise Kean era considerato un talento sprecato, uno dei tanti ragazzini che non sanno gestire la propria carriera e che in squadra creano solo problemi. Lo è stato detto e ridetto: “il suo problema è il carattere”, “non ha la testa giusta”, “farà la fine di Balotelli”. Fino a ieri, quando i numeri assistevano le critiche. In fondo una stagione senza gol pesa tanto sulle spalle di un attaccante che qualche anno prima era stato incensato come uno dei prodigi del calcio italiano.
La rinascita
Poi a Firenze la rinascita. Il peso di una maglia da titolare sulle spalle, la fiducia di una piazza e di un allenatore che alla Juventus non aveva o comunque non sentiva (parole sue nelle ultime interviste) e i gol. 15 da inizio stagione. Nessun giocatore di Serie A ha fatto meglio di lui in tutte le competizioni giocate. A 4 reti dal suo record stagionale registrato nel 2020/21 al PSG (19 gol) quando, sarà pure da sottolineare, giocava con Mbappé, Neymar, Verratti, Di Maria ecc. E siamo solo a un passo dal giro di boa dell'annata sportiva.
L'ultimo treno
L'ultimo gol è arrivato ieri contro la Juventus, la sua ex squadra, che lo ha prelevato dal Torino nel 2010, lo ha fatto crescere, lo ha mandato in prestito, lo ha ceduto, lo ha ripreso. Una storia travagliata quella tra i bianconeri e Moise, un po' come travagliata è stata la giovinezza del ragazzo in Piemonte. Il padre assente, la mamma preoccupata per il suo comportamento, l'addio a casa a soli 13 anni… Kean lo ha raccontato, più volte. Ci tiene al suo passato, seppur difficile. Ci tiene a far capire che il calcio è stata la sua salvezza. Lo ha capito del tutto forse solo quest'estate, quando la chiamata della Fiorentina rappresentava l'ultimo treno per tornare in corsa in quella carriera da enfant prodige che gli avevano cucito addosso qualche anno prima.
Il gol e l'esultanza
Il cross di Adli, il colpo di testa, il gol. Moise si gira verso la curva bianconera e quasi istintivamente chiede scusa. I tifosi della Juventus lo applaudono. Prima quelli nel settore vicino alla porta di Di Gregorio, poi tutto lo stadio. Scene che non si vedono spesso. E poi la retorica, quasi comica, di chi vede del marcio pure in una non esultanza.
Comiche
Sì, è Juventus-Fiorentina. Sì, è la partita più attesa a Firenze. Sì, inevitabilmente da tifosi viola abbiamo tutti storto un po' la bocca nel non vedere la solita griddy allo Stadium. Poi però basta. Oggi si leggono addirittura espertoni neutri criticare il comportamento di Kean per la non esultanza (La comica stucchevole e ossessiva di Moise Kean titola ad esempio Il Giornale). Comiche allo stato puro.
Ben vengano i Moise Kean
A chi bacia la maglia, a chi “sognavo fin da bambino di vestire questi colori”, a chi prende in giro i tifosi, ben vengano i Moise Kean che ricordano il loro passato e non se la sentono di esultare nel posto dove sono cresciuti. Alle bandieruole, agli allenatori cacciati dopo le conferenze stampa, alle società farlocche, ben vengano i ragazzi che, al di là dei soldi guadagnati, sanno che il calcio è fatto anche di sentimenti, oltre che di business. Almeno per la gente, almeno per i tifosi.
15 gol, il resto è rumore di sottofondo
Abbiamo storto la bocca tutti nel non vedere il balletto di Kean, ma finisce lì. Per Moise Kean parlano i 15 gol stagionali. E forse la prossima volta ballerà come un pazzo, o forse si scuserà ancora. Moise, fai quel che vuoi, basta che continui a segnare come a Firenze non si vedeva da tempo. Il resto è solo rumore di sottofondo. Vai ragazzo!