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Parla di Jonathan Ikoné nel suo pezzo Rock & Gol su La Nazione, Benedetto Ferrara e di come il francese potrebbe (?) essersi sbloccato:

"C’è la passione per giocatori capaci di regalarti gioie, colpi di fulmine da farfalle nello stomaco, e poi c’è l’attesa, che può essere più o meno lunga, questo dipende dal soggetto in questione. Sai che quel giocatore ha qualità ma non accade nulla di buono. Insisti, ci credi, ci speri. Niente. Poi arriva la partita giusta, quella che magari non è esattamente una finale di Champions ma comunque è sempre una partita. Ed ecco che tutta la pazienza che ci hai messo inizia ad avere un senso. Come quando sei in coda alle poste e improvvisamente, quando ormai ti sei arreso fissando il vuoto, scopri che è arrivato il numero giusto. Il tuo. Cioè, in questo caso il suo, quello di Ikonè detto Jorko, ragazzo simpatico, funambolo spesso annodato nei suoi dribbling, quel vorrei ma non posso che si trasforma in un potrei ma mi confondo

Una doppietta lo sbloccherà davvero? Gli ridarà fiducia? Vuoi crederci, ed è giusto così. E’ un po’ il destino di quelli come Jorko: scatto fuilmineo, piedi ingioiellati di talento, e poi? Ecco, è quel poi che gli ha reso la vita più dura da quando è a Firenze, città dove ha voluto restare rinunciando a chissà quanti soldi nei paesi arabi. Buon motivatore, il mister. E così è cambiata la storia. Jorko si è ricordato di aver palleggiato con Mbappe, tutti più convinti, Sottil compreso, altra sorpresa. E sorprendersi è bello, soprattutto quando giochi da Fiorentina e vinci, ovunque tu sia".

Kean: "Con Palladino ci intendiamo bene, lui ambizioso, noi talentuosi. Firenze è passionale, la vivo in centro: non so se sarà il mio posto nel mondo ma ora torno a casa col sorriso"
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