La cessione di Gonzalez sarebbe stata un errore e la Fiorentina non ha mai avuto dubbi su questa valutazione. Una cena per la pace e un equivoco che (forse) è stato chiuso a tavola
Gonzalez è il migliore giocatore di questa Fiorentina. Fino a qui siamo tutti d’accordo e poco ci interessa come si è arrivati ad un braccio di ferro, tra calciatore e società, perdente per entrambi. La sensazione è che ci si era complicati la vita: il Mondiale che Gonzalez non giocherà, il suo infortunio finale vero, quello precedente in dubbio. Poi la cena, di ieri, tra Barone e il calciatore. Volti distesi ci dicono, fatta sotto le luci del Ponte Vecchio. Un passo indietro di entrambi, per andare avanti assieme e per provare a chiudere una querelle durata anche troppo. Così si fa.
L’argentino in questo momento è l’unica stella della squadra. Una stella che non sempre ha brillato, che da quando è arrivato a Firenze ha alternato ottime partite a problemi fisici fastidiosi e lunghi. Oggi una valutazione va fatta, tecnica ma anche economica: è lui il giocatore costato di più nella storia viola. Il rapporto qualità-quantità-prezzo, sicuramente al momento non ha premiato l’investimento viola. Poteva e doveva essere un acquisto migliore. A Firenze giocava un argentino come lui, che come lui aveva grandi problemi fisici, che come lui segnava poco, ma che quando era in giornata si accendeva: Santana. Era la Fiorentina di Prandelli. Venne pagato molto meno, ma fu preziosissimo per quella squadra formato Champions.
Venderlo oggi, sarebbe un errore, su questo la Fiorentina non ha mai avuto dubbi e la cena di ieri lo conferma, sia dal punto di vista economico (anche se in Inghilterra ha molti estimatori), sia dal punto di vista tecnico. A gennaio sarebbe difficile sostituirlo, a meno che non arrivi un nome tipo Berardi. E allora Gonzalez sarà chiamato a sei mesi di livello, per riprendersi quello che oggi sembra un po’ perso, per far pace con se stesso, con la dirigenza e con l’allenatore che non sono stati certamente teneri in quest’ultimo periodo.
Ma adesso la schiarita c’è stata e si sa, i sudamericani portano sempre con loro gioie e dolori, caratteri particolari, stili di vita non sempre tradizionali. In un’altra Fiorentina, Gonzalez poteva anche diventare un calciatore da mettere sul mercato. Oggi, in questa squadra dove i grandi calciatori sono tutti stati venduti, assolutamente no. Rimane l’ultimo. Resisterà ancora per molto tempo? Crediamo e speriamo di sì, ma adesso tocca anche a lui. L’equivoco (forse) è stato chiuso a tavola, nel modo migliore possibile.