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L'ansia è una brutta bestia, specie quando risulta difficile da addomesticare. Ma può essere anche uno stimolo, specie quando ci sono impegni o prove da affrontare. Ecco, la Fiorentina ad Atene si è letteralmente fatta mangiare dalla paura.

Gli errori, o meglio orrori, di Jack e Kouame

Lo si è visto benissimo nel tiro - anche se chiamarlo così è usare un eufemismo - di Bonaventura nel primo tempo. Una conclusione stiracchiata, che ha ricordato tanto quella di Mandragora a Praga. Quando le gambe tremano, dai piedi escono certe “mozzarelle”, di facile presa anche per portieri del campionato greco. Per non parlare dei due lisci - piuttosto imbarazzanti da vedersi in una finale europea - di Kouame, uno per tempo, ma che avrebbe scritto tutta un'altra storia all'Agia Sophia.

Umiltà, ragazzi, umiltà

Ma non è stata tutta e solo colpa dell'ansia. In primis, perché calciatori dell'esperienza di Biraghi e Arthur (per fare i nomi dei due desaparecidos contro l'Olympiakos) non dovrebbero accusare la tensione allo stesso modo di ragazzi più giovani e meno rodati. Ma anche perché gli avversari greci non avevano NIENTE di più della squadra di Italiano. Anzi, i vari Gonzalez e Dodo dalle parti del Pireo se li sognano. Eppure, quando la testa comanda il corpo e non si lascia sopraffare dall'emozione, anche il più modesto degli attaccanti riesce a decidere una finale continentale. C'è tanto da imparare Fiorentina, e per iniziare non guasterebbe un bel bagno di umiltà.

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