TRE ANNI SENZA EUROPA NON POSSONO NON PORTARE A SCELTE DRASTICHE; ADESSO RISCHIA ANCHE COGNIGNI. SOLTANTO DIEGO DELLA VALLE PUO' TRATTENERE CHIESA. LA STRATEGIA VIOLA SULLA DIREZIONE TECNICA...
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Quattro, una stagione da quattro. Questo il voto, con il dovere di non scendere ancora oltre in queste ultime partite senza particolari stimoli. Anche l’ultimo obiettivo, la Coppa Italia, se ne è andato. Con rammarico, perché i viola potevano ‘chiuderla’ dopo pochi minuti, ma anche con la netta sensazione che l’Atalanta fosse più squadra, più gruppo, più forte. Al di la dei singoli che, lo ripetiamo, se la giocano con quelli viola. Ma è andata così ed occorre voltare pagina.
Ha pagato Pioli, Montella piace un po’ a tutti di più, e va bene così. Il primo tassello è stato messo. Adesso andranno messi gli altri. Una squadra, che magari riesca a trattenere il suo giocatore più forte (Chiesa), se davvero ha ancora qualche ambizione e un quadro dirigenziale che sarà rivoluzionato. Rischia anche Cognigni, uomo di fiducia dei Della Valle. Ma i risultati sono risultati, e allora tre anni consecutivi senza Europa, non possono non portare a delle scelte drastiche. Si parla nelle segrete stanze di un ruolo più importante affidato a Salica, vedremo.
Sicuramente anche gli uomini mercato, Corvino e Freitas, potrebbero essere cambiati. I loro compiti, soprattutto legati al patrimonio economico, li hanno svolti alla perfezione. Ma la squadra ha fallito, e con lei anche tanti acquisti degli ultimi mercati. A Corvino, che rimane molto legato alla famiglia Della Valle, e che ha ancora una stagione di contratto (lo abbiamo scritto più di una volta, il prossimo anno a settanta anni, saluterà), potrebbe essere affiancato il nuovo ds. Un volto giovane, con idee nuove, con modi nuovi. Una rinfrescata, per ripartire anche da meccanismi diversi, da contatti diversi. Primo anno assieme, poi l’uomo di Vernole saluterà. A meno che (ma non ci risulta) la separazione non sia maggiormente violenta, fin da subito. Chi arriverà? I nomi sono sempre i soliti, con Faggiano in testa.
Le voci su Pradè, amico di Montella e possibile cavallo di ritorno, non trovano conferme al momento. Ma chissà, nel calcio mai dire mai. Sicuramente i Della Valle hanno voglia di cambiare, di ricominciare per l’ennesima volta da capo. La Fiorentina, almeno ascoltando i rumors, rimane in vendita. Nonostante le smentite. Ma finché non arriverà un serio interessamento, finché la questione ‘nuovo stadio’ non sarà risolta, occorrerà mantenere una squadra dignitosa. Dicevamo di Chiesa, senza Europa sarà ancora più difficile trattenerlo. Soltanto Diego Della Valle, scendendo in campo, potrebbe riuscirci. Come fece tanti anni fa con Toni. Ma ne avrà voglia? Lo vorrà fare? Lo vedremo presto. Come vedremo presto se l’arrivo di Montella avrà portato con se anche alcune garanzie tecniche, che al momento non sembrano esserci.
Montella è bravo, ha idee di calcio moderne, fa giocare bene le sue squadre. Ma, come tutti gli allenatori, ha bisogno di materie prime importanti. Questa Fiorentina ha carattere, ha due attaccanti di valore assoluto, ma poi poco altro. Soprattutto dietro c’è da rifondare. Lafont, Ceccherini, Hugo, Laurini, non sono andati. Pezzella ha fatto dei passi indietro, Milenkovic da alcune settimane a questa parte non è più quello di inizio stagione. Saranno le sirene di mercato, sarà la confusione regnata anche quest’anno attorno all’ambiente viola, ma in due reparti su tre manca tanta, tanta roba. E se davvero i migliori saranno ceduti, allora il rischio sarà quello di cominciare a guardarsi dietro, non più davanti. Perché Atalanta, Torino, Sampdoria, oggi sono già più forti di noi. E questo fa male, molto male.
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