Biraghi: "Io e Vlahovic ci siamo fatti grande risate quando abbiamo letto che non voleva tirare il rigore contro il Cagliari. Vi racconto la verità"

Non poteva non mancare un riferimento a Dusan Vlahovic durante l’intervista al capitano della Fiorentina, Cristiano Biraghi, a la Repubblica.
Queste le sue dichiarazioni: “Dusan può fare la differenza in qualsiasi squadra. Ha le qualità per diventare tra i primi attaccanti al mondo se tiene questa continuità di prestazioni. E’ insieme a Lewandowski e Haaland nel club dei più prolifici nel 2021. Il livello è quello. Non fa soltanto gol, lavora per la squadra, si sacrifica molto. Averlo in squadra è fondamentale per noi. Noi lo abbiamo, lo vogliamo tenere: chi non ce l’ha, invece, lo vorrebbe prendere. E’ normale, visto il suo talento. Quel che conta lui lo sta dimostrando sul campo: finché indossa questa maglia, darà tutto per la Fiorentina. Il resto sono situazioni che valuterà insieme alla società”.
Biraghi torna poi sull’episodio del rigore contro il Cagliari: “E’ stato detto che non se la sentiva ma noi ci facciamo grandi risate quando leggiamo tutto questo perché è frutto dell’invenzione più pura. Lui è rigorista e io sono il secondo. Quella volta me la sentivo e in assoluta sintonia, senza litigare, gli ho detto: “Lo tiro io”. E lui: “Ok, tiralo tu”. E’ finita lì. Con lo Spezia, una settimana dopo, era giusto tirasse lui perché aveva preso subito il pallone e non c’era neanche bisogno di chiederglielo”.
Chiosa finale sul ruolo dei procuratori: “Sono troppo invadenti? Dipende, non sono tutti uguali. Io fin dai 18 anni ho sempre avuto Mario Giuffredi e non è assolutamente invadente: lavoriamo in sintonia. Ricordo il mio primo agente, avevo 16 anni, ero nelle giovanili dell’Inter e ne avevo bisogno per poter firmare il primo contratto da professionista. Non potevo andare da solo, mio padre non ne sapeva molto di queste dinamiche. So della battaglia del presidente Commisso sulle super commissioni ma è giusto che se ne occupi il club, chi è competente. Io penso solo al campo: è il mio mestiere”.