Con Sottil siamo alle solite, Ikoné entra in campo e non cambia assolutamente nulla (anzi...). Questo inizio di stagione ci dice che anche dove ha abbondanza di alternative, la Fiorentina rimane corta
Nico Gonzalez e poi basta. O quasi.
Sono ormai nove le partite messe in archivio dalla Fiorentina in questo inizio di stagione e i primi segnali, che caratterizzano costantemente ogni gara, cominciano ad arrivare. Tra questi c'è il tema degli esterni d'attacco, tra i quali spunta il solito e inesauribile Nico Gonzalez, fresco di rinnovo (sempre sia lodato), che sembra aver trovato anche un ottimo feeling con il gol oltre alle solite buone prestazioni. 8 partite, 5 gol e un assist. Beh, se Italiano chiedeva agli esterni di essere veri e propri attaccanti, diciamo che l'argentino ha risposto presentissimo. E menomale, visto il rendimento a zero delle punte.
Ma anche le ali, oltre a lui, poche risposte hanno dato in questo primo scampolo di stagione. Partiamo dalle note parzialmente positive: Christian Kouame. 6 partite un gol, ma i numeri sono accompagnati da un altalena che va da ottime prestazioni a gare più in ombra. Come sempre tanta voglia, tanta grinta, a volte un po' arruffone. A volte un po' tanto arruffone. C'è da dire che, per quello che si è visto in campo, è l'ivoriano il migliore nella batteria degli esterni a disposizione di Italiano dopo Nico. Ed è un tutto dire.
Continuiamo con Riccardo Sottil, che se nelle sue corde avesse veramente l'ultimo passaggio e la finalizzazione, potrebbe davvero essere l'arma in più di questa Fiorentina (se la mi' nonna aveva le ruote era un carretto, direbbe qualcuno). Lo abbiamo visto ieri contro il Frosinone: se parte in campo aperto non lo prendi, poi fa tutto da solo e vanifica quanto di buono fatto tre secondi prima. Passaggi nel nulla, tiri innocui e tanta tanta paura. Stessa storia, stesso problema. Che ora inizia ad essere un problemone che si ripete ogni volta che Sottil tocca il campo. Da anni a questa parte.
E poi c'è Josip Brekalo. Arrivato a basso costo a Firenze dopo una bella esperienza in Serie A al Torino (e tanta panchina al Wolfsburg), non ha mai brillato e continua sulla solita falsa riga da otto mesi a questa parte. La speranza è che si riprenda, magari aiutato anche da una fortuna che il caro BrePalo non ha avuto in questi mesi in viola, con una sfilza importante di legni colpiti. Che lo faccia però in fretta, perché la Fiorentina avrebbe bisogno di lui.
Dulcis in fundo: Jonny Ikoné, tornato in campo (forse) contro il Frosinone dopo un periodo di incertezza fisica che lo aveva visto più volte fermato da problemi vari, senza mai esordire in questa stagione. Mezza gara è veramente poco per giudicarlo davvero, ma la sensazione che più o meno tutti hanno avuto è che il francese abbia ricominciato da dove aveva lasciato. Senza contare la palla persa che è valsa il pareggio dei ciociari. La bocciatura nella finale di Praga è stata un campanello d'allarme importante per un investimento da quasi 15 milioni che, diciamocelo chiaramente, raramente (mai) ha dimostrato di valere quella cifra. Da lui ci si aspetta (o aspettava) totalmente altro. Sperando che tutto non sia perduto, da valutare anche quanta fiducia sia rimasta in Italiano nei confronti del francese.
Per concludere: 5 profili per 2 posti in campo. E se guardiamo alle alternative che la Fiorentina ha attualmente in difesa e tra i terzini, numeri del genere possono sembrare un lusso per il reparto offensivo viola. L'unica certezza là davanti, ad oggi, si chiama Nico Gonzalez, punte comprese. Troppo poco. Davvero troppo poco.