Per un Kean che si danna l’anima ci sono un Sottil e un Ikoné che quasi mettono rabbia a vederli in campo. Ci son treni che passano, ma a Firenze fanno fermate più lunghe del normale
Il reparto offensivo della Fiorentina sulle spalle di un Kean gigante. Lotta, corre, spinge, tira, protegge palla e scarica, fa salire la squadra, ci prova sempre. Sempre. Anche quando è quasi impossibile. Un gol, quasi due, un palo e una prestazione da otto in pagella. Lui il suo l'ha fatto ampiamente, i punti non sono arrivati comunque.
Non ha niente da rimproverarsi l'attaccante della Fiorentina, che a Bergamo ha messo a tabellino il suo quarto gol stagionale con la maglia viola in appena sei gare giocate. Numeri buoni per un attaccante, che a Firenze sembrano stratosferici se considerato il niente degli ultimi anni del post Vlahovic.
E pensare che là davanti il numero 9 viola non ha ancora a disposizione quello che sarà probabilmente il suo compagno di reparto per la stagione: Albert Gudmundsson. E poi un Colpani che non ingrana e un Dodo che sgasa ma non incide più di tanto. Gosens il partner che non t'aspetti ma che c'è sempre. Insomma, Kean deve ancora trovare la compagnia giusta, nel mentre regge da solo il reparto offensivo viola. E per il momento è sufficiente, numeri alla mano.
E' chiaro, però, che alla lunga non potrà fare tutto da solo. Servono forze fresche, quelle che nella trasferta contro i nerazzurri Palladino ha provato a inserire con l'ingresso di Sottil e Ikoné, entrambi autori di una prova assolutamente insufficiente. In una partita dal tasso tecnico (tolta la difesa viola) e agonistico alto, vedere l'ingresso dei due giocatori viola suscitava più che altro rabbia.
Rabbia per la solita cantilena che ormai da troppi mesi a Firenze. Sottil a sprazzi, sempre troppo altalenante. Tra poche partite ottime e tante partite insufficienti. Ikoné impalpabile da due anni e mezzo a questa parte, per uno degli innesti dal rapporto qualità/prezzo più bassi della storia recente viola. In campo quasi appare quasi svogliato, distratto.
Ci sono treni che passano una volta. Per Sottil, ormai 25enne, le stagioni della maturità agonistica sembrano ormai lontani. E' vero che il ragazzo non è stato aiutato dagli infortuni, ma ingressi in campo come quello al Gewiss Stadium fanno riflettere. Su Ikoné poco altro da dire. Palladino ci stravede. Proviamo a fidarci, in attesa di Gudmundsson, per poi aspettare le prossime finestre di mercato. Speranze di recuperare due giocatori utili alla causa gigliata ormai flebili.
Il tempo passa, i treni passano, a Firenze fanno fermate un po' più lunghe del normale. Qualche altra settimana a disposizione per provare a cambiare l'idea collettiva su di loro. La Fiorentina avrebbe bisogno che su quel treno ci fossero anche loro due. Non quelli visti a Bergamo. Proprio no.