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La storia di Lorenzo Venuti con la Fiorentina è riassumibile in queste parole, pronunciate dallo stesso terzino viola il giorno dell'annuncio del suo rinnovo del contratto fino al 2023: "Ci sono stati periodi in cui ho pensato di aver chiuso la mia storia in viola, soprattutto dopo 5 anni in prestito e due campionati vinti da titolare, quando mi dicevano che dovevo fare di più. Mi auguravo che la meritocrazia venisse fuori. Il ritorno di Pradè ha cambiato le cose, ho sentito quella fiducia che mancava qua da tempo. Mi sono riconquistato casa". La casa di Venuti, nativo di Incisa Valdarno, è la Fiorentina, lui che è cresciuto col sogno - realizzato - di indossare la maglia viola.



Dopo la girandola di prestiti che ha caratterizzato l'inizio della sua carriera, per il terzino fiorentino la svolta è arrivata durante l'ultima estate: Vincenzo Montella, fin dal ritiro di Moena, ha deciso di bloccare la sua cessione e di tenerlo in rosa per la stagione. Una fiducia, quella dell'Aeroplanino, che per Venuti si è tramutata - complice l'imminente addio di Biraghi - nell'esordio con la Fiorentina dei grandi alla prima di campionato contro il Napoli. 7 le presenze in Serie A per l'ex Benevento che fanno un totale di 399', a cui vanno aggiunti i due spezzoni di gara in Coppa Italia. Un rendimento paragonabile a quello di Ceccherini (LEGGI QUI), anche se va detto che le aspettative dei due erano sicuramente diverse.



Per Venuti, cresciuto nel settore giovanile viola, già soltanto il poter stare all'interno della rosa della sua Fiorentina è un qualcosa di speciale e unico, pur con tutte le difficoltà del caso. Davanti a lui infatti, ci sono Lirola e Dalbert e anche il nuovo arrivato Igor gli è davanti nelle gerarchie del tecnico viola Beppe Iachini. L'ultima partita di Venuti risale a fine gennaio, quando partì titolare contro il Genoa per poi essere sostituito a pochi minuti dalla fine. Da lì sono arrivate sei panchine consecutive tra campionato e Coppa Italia. La strada del nativo di Incisa Valdarno alla Fiorentina è tutta in salita, complice anche una carta d'identità (1995, ndr) che non lascia presagire chissà quale crescita in futuro. Ma quel che conta è il senso di appartenenza di Venuti, cresciuto con la maglia gigliata come una seconda pelle. E che farà certamente di tutto per far sì di svegliarsi il più tardi possibile dal suo sogno a tinte viola.


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