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Programmazione. Una parola che in casa Fiorentina, ultimamente, è stata un po’ dimenticata. Lo dimostrano la conferma di Iachini e Pradè all’alba della stagione attuale, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il rischio più grande, in cui in un certo senso Commisso si è già imbattuto, è quello di creare un effetto domino dal quale rialzarsi è molto difficile.

In parole povere, le scelte sbagliate della scorsa estate e del mercato di gennaio hanno condotto la Fiorentina alla situazione attuale. La conseguenza è che, senza la certezza assoluta della categoria in cui la squadra giocherà nella prossima stagione, programmare diventa complicato. Per quale motivo un direttore sportivo o un allenatore dovrebbero accettare una proposta adesso, senza alcuna certezza in tal senso?

Certo si può giocare sull’ottimismo, sulla consapevolezza che la Fiorentina dovrebbe davvero farsi molto male per finire in Serie B. E in un certo senso la speranza è proprio questa, cioè che Commisso e Barone abbiano già cominciato a lavorare come se la salvezza fosse già matematica.

In caso contrario, anche se la Fiorentina si dovesse salvare, la situazione rimarrebbe critica. Perché ritrovarsi a giugno con le idee ancora confuse su direttore sportivo, allenatore e in generale sul progetto porterebbe inevitabilmente a un’unica conseguenza: un’altra stagione nella parte destra della classifica.


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