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Con il campionato che si è interrotto nel momento in cui la Fiorentina stava ricominciando ad ingranare, la noia nel pensare alle prossime cinque settimane senza Viola è tanta. Se ci mettiamo pure che la Nazionale di Mancini ha fallito la qualificazione, allora il rischio-depressione novembrina è dietro l’angolo. C’è un motivo, però, per seguire comunque con interesse la manifestazione più controversa della storia del pallone.

O meglio, una squadra. Perché sì, diciamocelo sinceramente, senza gli Azzurri chiunque cercherà di trovare un’alternativa per dare un senso a questi mesi di vuoto. La Fiorentina conta quattro nazionali in Qatar (uno di meno, purtroppo, dopo il forfait di Gonzalez), ma il giocatore che più ha gasato – se così si può dire – la tifoseria negli ultimi tempi, è il rappresentante del Marocco.

Qualche giorno fa, il sito del Fatto Quotidiano aveva dichiarato apertamente di supportare la formazione di Hoalid Regragui, come underdog della Coppa del Mondo, ma soprattutto come più grande comunità straniera sul suolo italiano ad avere la propria nazionale in Medioriente. Il gruppo F potrebbe essere proibitivo per i “Leoni dell'Atlante” (che questo mercoledì avranno subito lo scontro diretto, per il secondo posto, contro la Croazia) ma la presenza di Sofyan Amrabat porterà sicuramente un po’ di supporto anche dalle parti di Firenze.

Il mediano, costretto a rimpiazzare Torreira in estate, ha riscattato i primi deludenti mesi in maglia viola, elevandosi a perno del centrocampo ed inguaribile, nonché generosissimo, recupera palloni. Anche nel modulo dei marocchini, Sofyan si muoverà davanti alla difesa, nel ruolo più congeniale alle sue qualità: non tanto come regista, piuttosto come àncora di salvezza prima dello sfondamento difensivo.

Recentemente, anche la nota e popolarissima pagina “Suffering Fiorentina” aveva lanciato il coro pro-Marocco, gasata – ora si può dire – dal sostegno che i tifosi viola hanno iniziato a garantire all’ex Verona. La sua stagione è già iniziata nel migliore dei modi e la rosa dei nordafricani presenta anche elementi pregevoli (tra cui, l’oriundo lauretano Cheddira) per tentare l’impresa che è riuscita soltanto una volta nelle sei apparizioni precedenti. Superare la fase a gironi, come successo nell’edizione messicana del 1986.


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