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"Come fan presto amore, ad appassir le rose" lo cantava il grande Fabrizio de Andrè ne La Canzone dell'amor perduto. Aveva ragione, le rose sono appassite presto anche per Cristiano Biraghi a Firenze.

Non sono passati neanche sessanta giorni da quella conferenza stampa di Moena dove, da veterano del gruppo dichiarò di "far parte del nuovo corso, mi basta un progetto serio"

Da quel 9 Luglio, cosa è successo realmente? La Fiorentina non è più un progetto serio? Perchè se a Moena dichiarò di aver parlato con Pradè, il quale gli aveva confermato di far parte del progetto è andato all'Inter?

Sono tante lo domande che sorgono, fatto sta che adesso Biraghi è tornato a casa sua, nella sua Inter. Sì, dovrà lottare per un posto da titolare, ma il giocatore sembra più felice così.

E' vero, a volte, Firenze può esser stata dura con lui con i "Ma che cross che fa?" oppure i "Ma se un difende" però, nonostante questo, resta inspiegabile un cambiamento così radicale nell'atteggiamento.

Vincenzo Montella non l'ha utilizzato nell'ultima parte di precampionato e nelle sfide con Monza e Napoli, ma ormai la volontà del giocatore era chiara.

Quindi perchè dire quelle frasi durante il ritiro? Perchè parlare di rispecchiare la città, non mollare e dare tutto quando poi è arrivata una cessione indolore?

In cinquanta giorni è cambiato tutto. Dal terzino della Nazionale Italiana, la Fiorentina è arrivata ad avere una autentica scommessa come Dalbert che, dopo una stagione non positiva, deve riscattarsi. Una sua buona riuscita, però, aiuterà si la squadra di Montella ma gioverà principalmente all'Inter che nella prossima stagione dovrà rivenderlo.

Intanto, Biraghi è pronto a dare il massimo nella società nella quale è cresciuto calcisticamente. Nuovi stimoli, nuovi obiettivi ed il sogno Champions League che a Firenze non aveva.

 

 

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