Una settimana di "Italianizzazione" prima di andare nello specifico. E allora Pradè e Burdisso dovranno davvero scendere in campo
Nei primi giorni alla guida della Fiorentina in quel di Moena, Vincenzo Italiano ha messo subito in mostra uno dei pezzi forti del suo repertorio. Quella grinta, quasi spasmodica, nel dare indicazioni ai giocatori era da tempo cosa sconosciuta a Firenze e per questo ha ben impressionato tifosi e addetti ai lavori.
Ma la fase di trasmissione generica dei propri ideali e dei propri metodi sta per finire. Spieghiamoci meglio: finora Italiano ha messo sul piatto una serie di idee, sia di gioco che di atteggiamento, ben precise. Un modo efficace di presentarsi, per capire fin da subito quali giocatori potevano stargli dietro e quali no. Ma conclusa la settimana di infarinatura generale, l'allenatore viola dovrà per forza di cose cominciare ad andare nello specifico.
Ed è qui che la società dovrà essere presente, pronta a venire incontro in tempi rapidi alle esigenze di Italiano. Perché se è vero che qualche giocatore potrebbe riscoprirsi con il nuovo mister, è vero anche che non si può pensare di fare solo ed esclusivamente con ciò che sia. Non siano le amichevoli, contro avversari decisamente poco attendibili, a ingannarci e a farci credere che certi giocatori d'improvviso possano avere invertito la rotta.
Se Italiano riuscirà a valorizzare calciatori apparentemente fuori contesto ben venga, ma ciò non basterà. Il primo a esserne consapevole probabilmente è l'allenatore stesso, che non sarà uno che stila liste di pretese come Mourinho ma neanche uno yes man. Ricordiamoci che per Italiano questa è una grande occasione da non sprecare, ma per farlo la società dovrà appoggiarlo e sostenerlo. Quando il mister comincerà a ragionare nel dettaglio di ruoli, compiti e interpreti, sarà compito di Pradè e Burdisso mettersi all'opera per evitare di vanificare il suo entusiasmo.