Sacchi: "In Italia abbiamo trasformato il calcio, la Juve contro la Fiorentina è la prova lampante. Ammiro molto Italiano"
Quest’oggi l’ex allenatore di Milan e Parma Arrigo Sacchi, durante un collegamento con Radio Bruno, ha parlato del suo stile di gioco e delle analogie con quello di Vincenzo Italiano e della sua Fiorentina. Questo un estratto delle sue parole:
“Il calcio è nato in Inghilterra come uno sport di squadra offensivo. Purtroppo ha perso le sue caratteristiche originarie quando è arrivato in Italia, dove l’abbiamo trasformato in uno individuale e difensivo. Questo paese è un paese che non esiste, che non fa squadra, dove tutti sanno già tutto e pensano di vincere come viviamo: provando! Amo molto l’Italia, ma è da quando sono nato che sento parlare di catenaccio. E la Fiorentina contro la Juventus si è imbattuta nella massima espressione del catenaccio, ha perso quando l’altra squadra ha fatto un solo tiro in porta. E questo non è uno spettacolo, il calcio per avere una continuità deve migliorarsi, deve dare spettacolo altrimenti la gente andrà su altri sport. Io vicino alla Fiorentina prima del Milan? Fu proprio cosi ma ricordo che all'ultimo entrò nel mezzo Berlusconi. Ricordo però che me la faceste pagare perche alla prima partita contro i viola a Milano perdemmo 0-2. Mi ricordo che Berlusconi mi chiese come potessimo fare, avevamo giocato bene per 60 minuti ma nel finale perdemmo la partita. Dovevamo riuscire a durate per tutti e 90 i minuti. Sono arrivato al Milan che c’erano 30mila abbonati, l’anno successivo erano 70mila. Questo vuol dire che giochi un calcio che da entusiasmo e riporta la gente allo stadio”.
Ha poi concluso: “La cultura italiana influenza tanto il calcio italiano, ed è sotto gli occhi di tutti quali sia la condizione attuale della nazionale: è la contro riprova di quello che vi sto dicendo. Vorrei sottolineare come nel nostro campionato ci siano squadre che la domenica schierano 11 titolari stranieri. Ci sono squadre in Serie A che schierano 11 stranieri titolari. Italiano? È dei quei tecnici che ammiro di più in Serie A: anche Gasperini e Sarri non mi dispiaccioni. Sono Allenatori che hanno idee e che propongono un calcio importante, che piace molto ai tifosi e all’estero”.