Luigi Dell’Olio a FN: “Dal bilancio della Fiorentina emerge la solidità della società, ma il brand fatica a crescere. Fine delle plusvalenze? A certe offerte nessun club può resistere"
Nei giorni scorsi la Fiorentina ha pubblicato il suo bilancio, con grandi numeri e ricavi cresciuti oltre il 30%. Per commentare questi dati Fiorentinanews.com ha interpellato in esclusiva Luigi Dell’Olio, giornalista esperto di economia per Private, Affari e Finanza e Repubblica.
Come commenta il bilancio reso noto dalla Fiorentina? Quali sono i dati che più ti hanno colpito e perché?
“È un bilancio con più luci che ombre. Partendo da queste ultime, il bilancio ha chiuso in negativo di 19 milioni di euro nonostante l’aumento dei ricavi e la generosa sponsorizzazione assicurata dal presidente Commisso. Questo ci dice che, al pari della stragrande maggioranza dei club europei, il calcio è un business non profittevole a meno di non contare ogni anno su plusvalenze importanti. Detto questo, la società è molto solida con 293 milioni di patrimonio netto, zero debiti con le banche, e quindi una piccola perdita non crea alcuna preoccupazione. Ho letto che tanti si sono soffermati sull’aumento dei ricavi al netto del player trading: occhio che si tratta di un indicatore fortemente legato alle prestazioni sportive e lo scorso anno, con le due finali di Conference League e Coppa Italia non è facilmente ripetibile. Certo, in caso di qualificazione alla prossima Champions League cambierebbe tutto: sarebbero da mettere in cantiere non meno di 40 milioni di entrate aggiuntive, quasi un terzo del totale ricavi nell’ultima stagione, ma siamo sempre nel campo delle ipotesi. Mi ha colpito il capitolo sponsorizzazioni: 29,8 milioni di euro, qualcosa in meno dello scorso anno. Se consideriamo che 25 milioni arrivano dalla Mediacom di Commisso, significa che il brand Fiorentina fatica a crescere ulteriormente. Senza citare la solita Premier League, anche in Bundesliga hanno fatto enormi passi in avanti su questo fronte, mentre da noi si fatica ancora”.
Dal bilancio emerge che il presidente Commisso sta investendo sempre di più nella Fiorentina. Si può dire che l'era delle plusvalenze o secondo te potranno esserci anche altre cessioni importanti?
“Nel bilancio la proprietà ha voluto sottolineare di aver immesso 418 milioni in quattro anni. Occhio, però, che non sono soldi versati a fondo perduto. Certo, 25 milioni all’anno per lo sponsor di maglia sono tanti, e soltanto la Juve incassa di più in Italia. A questi e si aggiungono ai 24 milioni di liquidità nel bilancio e 20 milioni immessi per coprire le perdite di questo quadriennio. Tuttavia i soldi spesi per acquistare la società e quelli per il Viola Park sono un investimento che a lungo termine porterà verosimilmente a una plusvalenza considerato che la società è gestita bene e che c’è un parco giocatori importante, con tanti giovani e stipendi contenuti. Quanto alle plusvalenze, nessuna squadra italiana può resistere a offerte come quelle che arrivano dalla Premier League e, del resto, se costringi alla permanenza un calciatore che vuole andar via, rischi che si deprezzi e rovini il clima nello spogliatoio”.