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Il 23 febbraio 2017 la Fiorentina giocava la sua ultima gara europea. Il 21 maggio di 5 anni dopo la Viola è tornata a qualificarsi in Europa. Prima di riscendere in campo, passeranno molte settimane e tante cose potrebbero cambiare da qui al 18 agosto, data dell’andata dei preliminari di Uefa Conference League. Il traguardo che la squadra ha tagliato è in certi versi storico. Innanzitutto, perché segna il ritorno dei gigliati nelle competizioni continentali, dopo un’attesa non soltanto lunga, ma segnata anche da stagioni opache e deprimenti. Subito dopo, per il modo in cui è stato strappato il pass, cioè battendo, all’ultima giornata, i rivali di sempre. Un percorso tutt’altro che lineare, fatto di saliscendi vorticosi che alla fine hanno portato alla gioia più grande. Firenze ha goduto sabato sera, senza se e senza ma.

L’artefice di questo successo è stato -in grandissima parte- il condottiero della squadra. Colui che la scorsa estate era arrivato quasi per caso, sicuramente come seconda scelta. Chi è rimasto sempre umile e ha portato avanti le proprie idee senza mai chinare la testa. L’allenatore che ha legato il proprio nome a un’identità di gioco ben definita e ad un modulo tattico -santo 4-3-3!-  che è sinonimo di coraggio e propositività. Vincenzo Italiano è stato l’anima della Fiorentina 2021/22, il valore aggiunto che ha segnato la rinascita del club toscano. Insieme alla soddisfazione di gruppo, per il tecnico siciliano se n’è aggiunta un’altra, altrettanto importante. Con il raggiungimento della posizione europea, Italiano ha infatti proseguito il suo personale percorso di crescita che, dopo la salvezza con lo Spezia dell’anno scorso, è arrivato a una sorta di coronamento. L’allenatore nato a Karlsruhe veniva da due ottime stagioni in terra ligure: al suo arrivo aveva subito portato gli aquilotti (per la prima volta) in Serie A, mentre nel secondo anno era riuscito nell’impresa di mantenere la categoria. Prima ancora dell’esperienza a La Spezia, Italiano si era messo in mostra nella sua Sicilia, dove aveva conquistato la Serie B alla guida del Trapani.

Una salita netta che ha visto, anno dopo anno, stagione dopo stagione, sempre un miglioramento per l’allenatore. Dalla Serie C alla Conference League fa la rima perché l’assonanza di Vincenzo Italiano al successo sta diventando un’abitudine. Il merito più grande se la Fiorentina è tornata nel posto che storicamente gli spetta va proprio a lui. L’uomo che più di tutti ci ha sempre creduto, senza mai tirarsi indietro. Senza mollare, neanche dopo le sconfitte più impreviste. Ha battuto quasi tutte le big del campionato: Milan, Napoli, Juventus, Roma e Atalanta (pareggiando inoltre a San Siro contro l’Inter). Ha imposto il proprio gioco contro tutti e tutto. Ha riportato l’entusiasmo in una piazza che sembrava condannata alla delusione. In una parola, ha fatto ritornare la Firenze del calcio una GRANDE. Adesso, un’altra sfida lo attende: confermare la squadra e confermarsi come allenatore ai vertici, magari cercando di rendere un calcio esteticamente godurioso anche estremamente vittorioso. E allora come concludere quest’ode a Italiano se non con un meritatissimo: Grazie Mister!


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