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Nove partite in due stagioni e mezzo, è questo lo score di Bartlomiej Dragowski dal suo arrivo alla Fiorentina: un investimento che, senza ombra di smentita, possiamo dire sia stato buttato alle ortiche. Il portierone polacco è stato acquistato da Corvino nell'estate del 2016 per una cifra che si aggira attorno ai tre milioni di euro, soldi che certamente potevano essere spesi in un altro modo. Il valore del ragazzo, almeno al momento dell'acquisto, non era in discussione: Dragowski era considerato tra i portieri più emergenti del panorama europeo e aveva impressionato con la maglia del Jagellonia, club in cui giocava titolare dall'età di diciassette anni.

Ma in riva all'Arno qualcosa non è funzionato: prima Paulo Sousa gli ha preferito Tatarusanu, poi Pioli ha sempre dato fiducia a Sportiello e adesso è arrivato Lafont, che dopo un inizio tra luci e ombre sta cominciando a dimostrare il suo valore. E allora cosa fare con Dragowski? La sua esperienza a Firenze può considerarsi di fatto conclusa: il polacco vuole giocare per crescere e dimostrare le proprie qualità, ma non può certamente farlo in riva all'Arno.

Un prestito sarebbe la soluzione migliore per tutte le parti: l'ex Jagellonia potrebbe finalmente trovare minuti e la Fiorentina non correrebbe il rischio di perderlo per una cifra irrisoria, con il rischio poi di mangiarsi le mani come sta succedendo con i vari Piccini, Mancini e Zaniolo. L'entourage del ragazzo, assieme alla dirigenza viola, sta lavorando proprio in questa direzione e nel prossimo mercato invernale Dragowski potrebbe salutare, anche se non a titolo definitivo, la Fiorentina.


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