Venuti e l'importanza di essere uomo-spogliatoio tra responsabilità e senso d'appartenenza
Tante gare da titolare e due, tra campionato e Coppa Italia, da capitano per Lorenzo Venuti. Il terzino della Fiorentina cresciuto nel vivaio viola e attaccatissimo alla maglia sembrava partire dietro nelle gerarchie ad inizio stagione visto anche l’arrivo di Alvaro Odriozola sulla fascia destra. Ma tra turnover e infortuni in squadra il giocatore originario del Valdarno ha risposto presente, a volte adattandosi anche a ruoli non propriamente nelle sue corde come quando è stato schierato dal tecnico Vincenzo Italiano nella difesa a tre nella vittoria contro il Milan. Del resto, anche nella scorsa stagione, il laterale ex Benevento aveva messo in scene alcune prove di spessore alternate ad altre non certo indimenticabili.
Ma se c’è un dettaglio su Venuti che in questa prima parte di stagione è saltato all’occhio è la sua maturazione da uomo spogliatoio. Il classe ’95 insieme a Biraghi, Bonaventura e Rosati è infatti una delle figure di riferimento per i compagni, e da parte sua non manca mai di trasmettere il senso di appartenenza e l’importanza di vestire la maglia gigliata a tutti i componenti della rosa. Una missione sicuramente che sta facendo effetto visto che quasi tutti i giocatori hanno sposato a pieno la causa viola dimostrandolo in campo e fuori attraverso dichiarazioni e post sui social network. Per quanto riguarda l’applicazione in campo di Venuti anche in più ruoli c’è da sottolineare il suo impegno costante nel migliorarsi e una crescita sempre più graduale.
Le sue caratteristiche sono diverse da quelle degli altri terzini della rosa viola, ma con il tempo e giocando sempre di più potrà acquisire ulteriore esperienza per fare sempre meglio e aiutare la squadra quando in caso di bisogno vista la sua duttilità sulle retrovie. Dopotutto anche da un vice-capitano è lecito aspettarsi sempre il massimo.