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Cara Fiorentina, anche la classifica parla chiaro. E non soltanto se analizziamo i punti confrontandoli con quelli delle stagioni precedenti a fine girone d’andata. Una delle frasi più classiche associate alla squadra viola nell’ultimo decennio, specie nel primo ciclo Montella e nella scorsa stagione, è “squadra grande contro le grandi, piccola contro le piccole”. Il famoso salto mancato in classifica, al quale si potrebbero associare molteplici esempi storici, è spesso collegato a punti persi contro avversari abbordabili. Ebbene, quest’anno i problemi sono altrove.

La graduatoria recita: Fiorentina, 19 partite, 23 punti, 6 vittorie, 5 pareggi, 8 sconfitte. Un bilancio molto simile alle stagioni 2019/20 e 2020/21, dove al giro di boa i punti erano 21. Concentrandosi sui successi ottenuti in questo campionato, c’è un dato che rispecchia una mediocrità ai limiti dell’imbarazzante. Le sei vittorie sono arrivate contro le ultime sei della classifica di Serie A: in ordine cronologico, la Cremonese ultima, il Verona terzultimo, lo Spezia quindicesimo, la Sampdoria penultima, la Salernitana sedicesima e il Sassuolo diciassettesimo.

Solo una coincidenza? Forse, ma anche una statistica che evidenzia l’enorme fatica della Viola nell’ottenere punti. Usati come pretesto per dover rincorrere un obiettivo indefinito, che fino alla pausa Mondiali era l’Europa, ma che ora sembra essersi ridotto alla parte sinistra della classifica. Anche perché l’andazzo è simile alle prime due stagioni dell’era Commisso; se la situazione dovesse rimanere questa, dimentichiamoci le notti di gloria. Ultima chance, virare sulle Coppe.

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